Una lettera aperta e una pubblica presa di posizione contro l’accordo nucleare con l’Iran – o meglio, contro il tipo di agreement che si sta paventando durante i negoziati. E’ questa la notizia bomba che, in queste ore, sta agitando la Casa Bianca. Non solo perché la lettera aperta e’ stata pubblicata sul prestigioso Think Tank americano “Washington Institute for Near East Policy“, ma anche e soprattutto perché, quella stessa lettera, porta la firma di ben cinque ex Consiglieri del Presidente americano Barack Obama.
“L’accordo nucleare con l’Iran non e’ ancora concluso…la data finale e’ il 30 di giugno. Noi conosciamo molte cose a proposito dell’accordo che si sta per firmare. La maggior parte di noi, preferirebbe un accordo più duro“, cosi si apre la lettera aperta. La parte più forte, pero’ arriva immediatamente dopo: “l’accordo non eviterà che l’Iran si possa dotare della capacita’ di costruire un’ arma nucleare. Non richiederà all’Iran di smantellare le infrastrutture per l’arricchimento dell’uranio…“. Ancora: “l’accordo non comprende una strategia comprensiva con l’Iran. Non affronta il sostegno iraniano alle organizzazioni terroriste (come Hezbollah e Hamas), l’intervento iraniano in Iraq, Siria, Libano e Yemen (la sua “egemonia regionale”), l’arsenale di missili balistici in possesso di Teheran e l’oppressione del regime verso la popolazione iraniana. L’Amministrazione americana ha preferito il negoziato, rispetto alla questione della minaccia nucleare…“.
La lettera aperta, quindi, entra nel merito della questione nucleare, evidenziando come l’accordo che si prospetta debba prevedere: 1- l’accesso ai siti militari da parte degli ispettori AIEA; 2- la limitazione dell’installazione di centrifughe avanzate per l’arricchimento dell’uranio, 3- una riduzione graduale delle sanzioni; 4- un meccanismo di re-imposizione delle sanzioni, in caso di violazione da parte dell’Iran. Non solo: gli esperti internazionali, richiedono al Presidente Obama di non posticipare nuovamente la deadline del negoziato (come già accaduto due volte).
Come suddetto, la lettera aperta rappresenta una botta pesantissima all’amministrazione Obama, perché firmata da ben cinque ex collaboratori diretti del Presidente USA. Tra loro ricordiamo il Generale Petraeus, ex capo della CIA, Dennis Ross, assistente speciale di Obama per la sicurezza nazionale dal 2009 al 2011, Gary Samore, ex consigliere di Obama per il controllo degli armamenti e delle armi di distruzione di massa, David Makovsky, ex inviato speciale di Obama per il conflitto israelo-palestinese e Robert Einhorn, special advisor del Segretario di Stato per il controllo degli armamenti dal 2009 al 2013. Insomma, una intera pletora di esperti, scelti direttamente dal Presidente americano o dai suoi collaboratori che, pubblicamente, attaccano il modello di accordo nucleare con la Repubblica Islamica.
Un attacco che, va ricordato, arriva dopo il report pubblicato dal Dipartimento di Stato americano e le linee rosse menzionate nuovamente dalla Guida Suprema Ali Khamenei. Come noto, sebbene i media italiano abbiano ignorato la notizia, il Dipartimento di Stato americano ha denunciato che, profittando dell’appeasement internazionale durante il negoziato nucleare, il regime iraniano ha aumentato il finanziamento ai gruppi terroristi internazionali (qui il report per intero). Ali Khamenei, da parte sua, ha completamente chiuso la porta ad un qualsivoglia accordo nucleare che impedisca, veramente, alla Repubblica Islamica di non costruire una bomba nucleare. Parlando davanti ad una platea di impiegati governativi, Khamenei ha ribadito la sua contrarietà ad ogni tipo di ispezione ai siti militari, la necessita’ di eliminare le sanzioni immediatamente, di non accettare nessuna limitazione all’arricchimento dell’uranio nei prossimi 10-12 anni e di non accettare alcuna limitazione alla costruzione di nuova tecnologia nucleare.
Pubblichiamo di seguito, per intero, la lunga lettera aperta del Washington Institute for Near East Policy, consigliando ad ognuno di scaricarla, leggerla e diffonderla.
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