Magazine Diario personale

incredibilmente banale

Da Robertodragone

Posso dirti che sei semplice? No, non puoi. E che sei bella? Sei bellissima, come quella sensazione di felicità con cui ti svegli la mattina, quando non ti ricordi neanche chi sei. Sei banale. E tu antipatica. Lo so. Anche io lo so, sono banale, ma che ci posso fare? In fondo non mi dispiace essere banale. D’altronde, non ho mai pensato di essere tanto diverso dalla banalità che vedo con i miei occhi negli altri. Zitto, e annoiami ancora. La tua pelle, oh la tua pelle è un tessuto morbido e profumato, una sorta di… non mi viene niente in mente di banale. Dimmi la prima cosa che pensi, sarà sicuramente banale. La tua pelle mi ricorda le nuvole, o meglio, se penso alle nuvole, alla loro soffice superficie, io penso alla tua pelle. Bianca, morbida. L’amore è banale, la bellezza scontata, continua. Di te mi piacciono i tuoi difetti. Sì, non potresti essere più banale. I tuoi difetti sono ciò che ti rendono la persona che più mi manca quando non sono tra le persone. Il tuo russare. Io non russo. Il tuo russare, i piedi che ti puzzano quando ti togli le scarpe. I miei piedi non puzzano! Se non puzzassero io non ti amerei. Ti sei salvato, sempre grazie alla banalità, continua. I tuoi capelli sono la natura, e le tue mani come rami di alberi contengono mille foglie, e ognuna corrisponde a una cosa che con quelle mani tu sai farmi provare. Il tuo sguardo come il sole mi riscalda, il tuo seno come il futuro mi accoglie. Avanti, io penso che tu possa essere molto più banale di così. Vediamo, il mio amore nei tuoi confronti è come una giostra che gira, alimentata dalla voglia d’avventura che hanno i bambini. Poi dici che sono antipatica, te scrivi queste frasi orrende! Io ti amo come si ama la vita appena sei nato, e poco prima di morire. Ti amo come s’amano due sassi vicini incapaci di spostarsi. Ma tu puoi spostarti, puoi andartene via, lontano, viaggiare e cercare finché non troverai lo stampo originale della tua donna ideale. E invece hai scelto me, perché? Mi raccomando, sii banale nella risposta. Io non ti ho scelto, è la vita che ha scelto per noi. Se potessi non ti amerei, perché in fondo mi fai male e mi ferisci. Ma non posso scegliere, e t’amo, t’amo come s’ama il caldo d’inverno, e il fresco d’estate. Ti amo come si odia la tirannia, e ti odio come si ama il sogno di essere felice.

Non riesco più a essere stronza, non con te che mi dici ciò che provi. No, non dire così, oppure la smetterò di essere banale. Va bene, allora sei mediocre.


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