Magazine Diario personale

Incubi e revenants

Creato il 21 settembre 2014 da Povna @povna

Il provveditorato cui fa capo la scuola della ‘povna ha iniziato le chiamate per le supplenze annuali ieri l’altro. Lasciando da parte i cristi e le madonne (che lei ed Esagono hanno tirato, ciascuno nel suo linguaggio, perché i dati per comporre organici e cattedre, loro, li hanno mandati fedelmente a mezzo agosto), e le giuste e sacrosante lamentele di alunni e di famiglie per lo scandalo, questo ha voluto dire che, per molte materie, ancora si sta come coloro che son sospesi, in tutta la provincia. In particolare, da loro, mancano gli insegnanti di Agricoltura Tecnologia, in parte Matematica, Muri e Impianti e di Ginnastica. Oltre, come si sa, alla cattedra di Scienze (che, da quando è stata ridotta, così come da riforma, non è più autonoma, nel loro plesso, e dunque, priva di titolare, deve essere data a supplenza e accorpata). E’ su quella cattedra che, qualche anno fa, era approdato da loro il professore Max Gazzè (i Merry Men erano ancora in seconda, l’Amico Scrittore era vivo, e la ‘povna viveva in un’altra casa e, parzialmente, un altro mondo), del quale la ‘povna raccontò per circa un anno imprese e fasti; i quali, come spesso accade, se erano sicuramente, dal punto di vista narrativo, assai godibili, recavano come contro-indicazione, con chi con lui aveva a che fare in classe, una oggettiva fatica didattica ed esistenziale. Max si era per fortuna volatilizzato a fine anno, e mai più ritornato – un po’ per intervento dello sceneggiatore, un po’ di DaddyLongLegs – e, per una serie di questioni burocratiche che val la pena omettere, anche l’anno passato la sua venuta si era annunciata, fin da subito, praticamente impossibile da realizzare.
Quest’anno, però, le cose erano diverse. E, guardando le graduatorie di quella classe di concorso, la ‘povna si era resa conto che il rischio c’era, e altissimo. Anche se non è che la ‘povna ci potesse fare molto, perché – come coniò elegantemente Barbie durante un corso da lei tenuto, nel quale gli insegnanti si lamentavano dei colleghi dei consigli di classe – “credete che un preside sia sempre contento dell’organico che gli si presenta annualmente e non può scegliere? Di fronte a una graduatoria, purtroppo, c’è ben poco da fare”. Poteva aspettare, e lo ha fatto. E poteva anticipare il futuro, quanto meno nella testa. E il suo semi-conscio (che, a differenza dello sceneggiatore, è malizioso e poco sottile, sempre), proprio per questo, si è dato da fare. Il secondo giorno di scuola la ‘povna apre gli occhi di soprassalto cacciando via, inquieta, le ultime immagini che le affollano la testa.
“Sapete che cosa ho sognato?” – racconterà più tardi ai Merry Men, all’intervallo – “Iniziavano le chiamate per le supplenze, e per Scienze veniva rimandato qui il prof. Max Gazzè, quello vostro di seconda”.
Rebecca ha un soprassalto.
“Solo che…”.
“Solo che…” – le fa eco, la faccia protesa, Piccolo Giovanni.
“Solo che il ministro Giannini decideva che, come improvviso cambiamento, Scienze ritornava anche in quinta, al posto di Agricoltura Tecnologica. E dunque ce lo trovavamo come compagno di viaggio, fino all’esame di stato”.
“Mio dio, che incubo” – glossa Soldino col suo sorriso storto – “Ma non è una cosa possibile, vero prof., ci tranquillizzi!”.
“Per voi, no” – li aveva rassicurati la ‘povna. “Per me invece” – aveva aggiunto silenziosa – “purtroppo, nel biennio…”. Ma non aveva osato chiudere la frase.
Venerdì scorso, intanto, finalmente, si consumano le chiamate di materia scientifica. La ‘povna frigge, ma, durante tutto il giorno, non arrivano notizie. Il fatto che il cielo, a un certo punto, si faccia nero pece, grandinando uova di quaglia, di certo non promette bene. Alla ‘povna sale l’ansia, e va a nuotare.
Il sabato mattina arriva a scuola insieme all’alba.
“Allora?!” – assale Esagono sulla soglia.
“Allora…” – Esagono è perplesso.
“Si sa qualcosa dei supplenti?”.
Ma ancora tutto tace. La ‘povna si avvia in classe con la curiosità a mille, ma la danza elegante del dialogo didattico, come sempre, la ipnotizza. Quando esce, a mezzogiorno, Esagono le grida dall’altro capo del corridoio: “Abbiamo Matematica e Scienze!”.
La ‘povna corre e:
“Dunque, chi sono, come si chiamano, li conosci?”.
“Matematica no, Scienze deve aver già avuto, nel passato, alcune classi”.
La ‘povna sbianca.
“Come si chiama”.
“Non me lo ricordo”.
(Porca puttana), ma c’è ancora una speranza:
“Almeno questo lo saprai: è maschio o femmina?”.
E una ‘povna sorridente, urlante come un babbo in attesa in sala parto, varca correndo la sala insegnanti, inaugurando l’inizio del fine settimana con la notizia migliore.


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