Indagine sul cinema, tra incassi e pirateria
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A Venezia, nel Festival in corso in questi giorni, è stata presentata un’interessante ricerca sul mercato cinematografico.
Cosa è emerso? Che c’è uno zoccolo duro di ammiratori della settima arte (circa il 19% degli italiani), che comprano il 68% dei biglietti staccati. E sono anche più propensi a recarsi al cinema nei giorni feriali e in fasce orarie diverse da quelle solite (19-21). Nel 2013 i biglietti acquistati dai grandi appassionati (coloro che si recano in sala più di dieci volte all’anno) sono aumentati di oltre 4 milioni rispetto all’anno precedente. Di contro, sono diminuiti gli incassi di chi va tra le cinque e le dieci volte all’anno (una diminuzione di due milioni).
Il profilo dello spettatore cinematografico risulta maggiormente maschile, di età medio-bassa e in grado di utilizzare in misura maggiore rispetto alla media tutta la tecnologia (smartphone, tablet, pay tv, Internet).
Secondo tre milioni e mezzo di italiani, nonostante i prezzi siano scesi nel 2013, il costo dei biglietti è uno dei motivi principali della mancata frequentazione delle sale. Dodici milioni, invece, sono convinti che i cinema debbano continuare a far leva su promozioni e sconti. In sette milioni hanno difficoltà a trovare film in linea con i propri gusti. E, infine, circa cinque milioni frequentano multisala e multiplex pur preferendo i cinema collocati in città. Un paradosso.
Capitolo scelta dei film: la fonte principale resta il trailer passato in televisione. Questo spiega il grande insuccesso di film i cui trailer girano solo nelle sale. Al secondo posto troviamo il passaparola, poi le informazioni tratte dalla stampa e dal web. Quasi più nessuno sceglie il film al momento, recandosi al cinema. Oggi bisogna essere organizzati, si sa.
Non possiamo non chiudere parlando di pirateria. Ogni giorno, in Italia, un milioni e 235mila persone guardano un film illegalmente. Il numero medio giornaliero di spettatori nelle sale sparse per tutta Italia è di 290mila. Non c’è molto da aggiungere.
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