Indagini Parolisi a ritmo serrato. Oggi di scena due militari

Salvatore Parolisi caporal maggiore dell’Esercito, accusato di omicidio volontario pluriaggravato della moglie Melania Rea,  in prigione dallo scorso 19 luglio, sarebbe stato aiutato da un complice.

Davide Rosati e Greta Aloisi, sostituti procuratori della procura di Teramo, titolari dell’inchiesta, nella giornata di oggi, hanno ascoltato per molte ore due sottufficiali dell’Esercito. I due soldati sono stati ascoltati senza l’intervento dei rispettivi legali, ed al momento risultano essere semplici testimoni dei fatti.

A quanto trapela, il primo a parlare di fronte al magistrato è stato un militare che sarebbe tuttora in servizio presso la caserma Clementi. Potrebbe trattarsi del soldato il cui cellulare agganciò la cella che copre il Bosco delle Casermette all’indomani della morte della donna. Il secondo sarebbe invece il maresciallo Santo, uno dei militari di Chieti che il 18 aprile, giorno dell’uccisione di Melania, era presente per una esercitazione militare nei boschi di Ripe di Civitella con il compito di vedetta sulla strada che da Ripe porta a Colle San Marco, la stessa strada che secondo l’accusa sarebbe stata percorsa sia all’andata che al ritorno dalla Renault Megane di Parolisi. A detta della Procura, il maresciallo, in teoria è identificabile come quell‘amico a cui Parolisi chiese di non rilevare i propri intrallazzi extraconiugali.

Non è unvece stata fissata, anche se voci la danno per questa settimana, la data dell’audizione della soldatessa Ludovica, amante di Parolisi. Il cerchio si stringe intorno a Salvatore Parolisi e alla terza persona da lui coinvolta in questa tragedia di ordinaria follia.

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