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India, ancora violenza contro le donne. Il padre della 23enne morta per le ferite e aggredita su un autobus chiede la pena di morte

Creato il 04 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Continuano gli episodi di violenza contro le donne in India, mentre le autorità dello Stato di Haryana hanno iniziato a pubblicare online i profili di 2.500 stupratori condannati in 10 anni. Una ragazzina di 13 anni ha denunciato di essere stata rapita e poi stuprata per giorni nel distretto centrale di Nagpur, mentre una giovane di 17 si è gettata da un’auto in corsa nei pressi di Mumbai, dopo una tentata aggressione da parte dei tre uomini che le avevano offerto un passaggio, come rende noto l’Ansa.

Seicento chitarristi hanno suonato

Seicento chitarristi hanno suonato “Imagine” per far sentire il calore della speranza in un periodo di violenze disumane

Intanto emergono nuovi particolari sullo stupro di gruppo che ha sollevato un’indignazione e un disgusto che trovano pochi paragoni. La ragazza, poi deceduta, aveva solo 23 anni. I particolari sono irripetibili. La violenza ha assunto forme disumane. E la richiesta del padre della vittima è la pena di morte.  Tmnews riferisce che secondo l’Hindustan Times, che ha avuto accesso ad alcune parti del lungo rapporto della polizia sull’accaduto, dei sei uomini che si sono accaniti brutalmente sulla ragazza, il più giovane è stato quello più spietato.


Il padre della vittima ha parlato con L’Economist Times e ha chiesto l’impiccagione per il giovane: “E’ il più giovane che dovrebbe essere punito per primo. E’ stato lui ad aver adescato mia figlia sull’autobus e ad averla torturata spietatamente”. “Se è stato capace di tanta brutalità a 17 anni, immaginate quale mostro potrà diventare una volta più grande! Il governo dovrebbe ridurre la maggiore età a 12 o 15 anni. A nessuno dei sei accusati dovrebbe essere permesso di mettere più piede fuori dal carcere. Dovrebbero essere impiccati. Sono una minaccia per qualsiasi donna in strada”.

Ieri il tribunale indiano che si occupa del caso ha incriminato formalmente di omicidio, sequestro e stupro cinque dei sei uomini responsabili dell’aggressione. Il sesto, il più giovane appunto, dovrebbe essere processato separatamente a causa della sua minore età. Ma sono in corso controlli burocratici e anche analisi ossee per stabilire se il giovane abbia davvero 17 anni.

Non mancano certo episodi di solidarietà, manifestata anche in modi insoliti e commoventi. Ancora Tmnews racconta che un gruppo di 600 chitarristi indiani ha reso un omaggio musicale alla studentessa morta per le ferite riportate dopo un violento stupro collettivo su un autobus di Nuova Delhi, suonando “Imagine” di John Lennon per diffondere “speranza e pace” dopo l’episodio che ha profondamente scioccato il Paese.
I chitarristi si sono esibiti durante un festival di musica a Darjeeling (nell’est), tre settimane dopo la violenta agressione della studentessa di 23 anni. “Abbiamo scelto questa canzone perché parla di speranza, di pace e di promesse”, ha spiegato Sonam Bhutia, uno degli organizzatori del festival di Darjeeling.

Stuprata più volte, aggredita sessualmente con una barra di ferro a bordo di un autobus, la studentessa in kinesiterapia è stata poi gettata dal mezzo in corsa con il suo fidanzato con cui era andata al cinema, il 16 dicembre scorso.

La ragazza è deceduta sabato a Singapore, dove era stata trasferita in un ospedale in gravissime condizioni.


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