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India, ragazza violentata per ordine del capovillaggio

Creato il 24 gennaio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Una ragazza di vent’anni è stata violentata da un gruppo di tredici uomini nel nordest dell’ India come punizione per essersi innamorata di un uomo sbagliato.
In certe zone dell’ India, come in questo villaggio rurale nel West Bengali, l’autorità dello Stato coesiste con quella del consiglio degli anziani, che in molti casi riveste il ruolo di guida morale della comunità e detta legge come uno sceriffo nel far west. Il capo del villaggio di questa ragazza ha stabilito che la sua relazione con un uomo di un’altra comunità fosse inaccettabile e non potesse restare impunita, per questo l’ha condannata ad uno stupro di massa.
Dopo che la famiglia della vittima ha denunciato la violenza alla polizia locale, i tredici uomini sono stati arrestati e la ragazza è stata ricoverata in ospedale.
Nonostante questi crimini siano molto diffusi nel paese, sono stati gravemente ignorati dall’opinione pubblica fino a un anno fa. Infatti, solamente in seguito al violento stupro di una ragazza su un pullman avvenuto lo scorso Dicembre, il governo ha modificato delle leggi per velocizzare e intensificare il processo di arresto e condanna per chiunque sia implicato in un caso di violenza.
Tuttavia l’orrore più grande in questa vicenda è che la violenza sulla ragazza sia stata commessa per punirla in maniera arbitraria di un crimine inesistente; una sentenza barbarica emessa da un’ecclesia tribale accecata da antiche rivalità, peggio di quella tra Montecchi e Capuleti.
Questo caso di cronaca serve a far luce su un problema ben più profondo, di cui gli stupri sono solo una superficiale manifestazione. L’ India è pronta a diventare nazione leader di questo millennio a fianco della Cina, ma per poterlo fare non può lasciare parte della popolazione ferma a metà Ottocento.
Al futuro degli uomini e soprattutto delle donne indiane serve un paese in grado di guidarli verso il XXIº secolo, dove non esistano caste, vedove invisibili o tribunali del popolo, ma dove sia garantita la parità tra i sessi, e soprattutto un governo che faccia rispettare le leggi, ovunque.


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