Inizialmente chiamato solo I predatori dell'arca perduta, il film uscito nel 1981 ha consegnato all'immaginario collettivo il personaggio di Indiana Jones.
Professore di archeologia coraggioso e spericolato, studioso di antichità rare con una naturale predisposizione a cacciarsi nei guai, Henry Jones Junior, conosciuto da tutti come "Indiana", è uno di quei personaggi che la finzione cinematografica ha trasformato in leggenda, tant'è che viene impossibile pensare all'avventuriero americano senza associarlo alla faccia di Harrison Ford, attore che nel 1977 era da poco diventato famoso grazie al ruolo di Han Solo in Star Wars. E pensare che inizialmente il ruolo del protagonista doveva essere affidato a Tom Selleck.
Dietro a I predatori dell'arca perduta, naturalmente, c'era ben altro oltre al carisma di Harrison Ford. C'era George Lucas, creativo dalla fervida immaginazione che, dopo aver diretto nientemeno che American Graffiti e Star Wars, inventò il personaggio di Indiana Jones e affidò la regia delle pellicole relative al collega e amico Steven Spielberg, reduce dal film Lo squalo, che proprio con I predatori dell'arca perduta ed E.T. L'extra-terrestre intraprese la strada verso il grande successo a Hollywood. C'era John Williams, talentuoso compositore che scrisse la colonna sonora per il film, compresa la mitica musica The Raiders March. C'era anche la Lucasfilm Ltd., azienda californiana (fondata dallo stesso Lucas) composta da artisti, tecnici visivi e del suono che con Star Wars avevano cambiato per sempre il modo di intendere gli effetti speciali nel cinema. Un dream team insomma, tant'è che Raiders of the Lost Ark (il titolo originale del lungometraggio) vinse cinque Oscar, come miglior scenografia, miglior montaggio, miglior sonoro e migliori effetti speciali. L'incredibile successo ha portato altri due film famosi negli anni seguenti, Indiana Jones e il tempio maledetto nel 1984 e Indiana Jones e l'ultima crociata nel 1989.
Non ci dilungheremo nel raccontare nei dettagli la trama del film, sicuramente già nota ai più: per quei pochi che ancora non lo avessero visto basti sapere che nel 1936 Indiana Jones si imbarca in un'avventura alla ricerca dell'Arca dell'Alleanza, artefatto di origine soprannaturale e dai poteri inimmaginabili di cui il Terzo Reich di Hitler vorrebbe impadronirsi in modo da controllare il mondo. Con la minaccia nazista sempre in agguato, I predatori dell'arca perduta gioca su un perfetto equilibrio tra il coinvolgimento narrativo e la pura spettacolarità che riesce a renderlo adatto a tutta la famiglia senza risultare nè infantile nè di cattivo gusto. Un'alchimia sottile, che il film del 2008 Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo non ha saputo replicare, scadendo nel pacchiano in molte scene.
Ma soprattutto quello che, a un occhio superficiale, potrebbe sembrare un normale film di azione e avventura è, in realtà, un prodotto cinematografico confezionato con grande perizia e intelligenza. Indiana Jones infatti si ispira ai fumetti e ai serial televisivi degli anni '30 e '40, oltre che alle pellicole di genere Cappa e spada, quelle in cui "il protagonista non perde mai il cappello": non a caso il cappello di feltro è un segno distintivo dell'archeologo insieme all'inseparabile frusta. Ne I predatori dell'arca perduta le scene violente non mancano, ma è una violenza caricaturale, che non si prende troppo sul serio. Si pensi alla scena-cult in cui Indiana Jones "affronta" il guerriero arabo con la scimitarra: I predatori dell'arca perduta è una pellicola che omaggia ludicamente i generi del passato mettendoli sotto una nuova luce.
Steven Spielberg ha così rivoluzionato il cinema d'intrattenimento realizzando un film dalla forte evocazione citazionistica. Ed è forse proprio grazie a questa componente ludica che Indiana Jones si è adattato con successo anche al di fuori del grande schermo, con una serie televisiva ( Le avventure del giovane Indiana Jones) e un gran numero di giocattoli e videogiochi, tra cui sono particolarmente meritevoli le iconiche avventure grafiche degli anni '90, come Indiana Jones and the Fate of Atlantis. È possibile trovare ulteriori informazioni sul sito ufficiale di Indiana Jones.