Indicare una strada

Creato il 27 maggio 2015 da Gadilu

Un costume ormai consolidato mette di solito in bocca al borgomastro di una città appena eletto la frase «sarò il sindaco di tutti». Gigi Spagnolli non l’ha pronunciata probabilmente perché sarebbe risultata poco credibile. Il risultato del ballottaggio, soprattutto alla luce di un’astensione di proporzioni inaudite, ha dimostrato infatti che una percentuale scarsissima di bolzanini si è espressa direttamente per il prolungamento del suo mandato. I numeri, salvo ulteriori riconteggi, parlano chiaro: al primo turno la coalizione che appoggiava Spagnolli è stata scelta 17.985 volte; due settimane dopo il gruzzolo del consenso è addirittura calato, totalizzando appena 17.630 voti.

A fronte di un tale riscontro, un pizzico di autocritica non guasterebbe. Le prime affermazioni del sindaco hanno invece subito fatto capire che lui la vede diversamente: «È la bella vittoria della saggezza e della stabilità». E poi: «Per me la politica non è il luogo delle chiacchiere, ma dell’impegno». L’idea che tutto questo impegno — ben dieci anni di lavoro — non sia stato in primo luogo riconosciuto da chi lo doveva valutare, cioè gli elettori, è però tutt’altro che una vuota chiacchiera. Sarebbe perciò bene che adesso, accingendosi a trovare in Consiglio comunale una maggioranza capace di sostenerlo, Spagnolli non si facesse guidare soltanto dalla volontà di evitare a ogni costo nuove elezioni autunnali, bensì dalla ricerca di una base programmatica in grado di rifondare il patto di fiducia tra elettori ed eletti. In caso contrario è auspicabile che l’agonia di trattative estenuanti e la fissazione di improbabili punti di equilibrio venga troncata prima di veder crescere ancora di più la disaffezione pronta a trasformare il disincanto in manifesta ostilità.

Non essendosi laureato «sindaco di tutti», insomma, Spagnolli ha adesso l’arduo compito di essere il «sindaco di qualcosa», ossia di un progetto. In campagna elettorale è mancata soprattutto una visione futura della città, l’idea di un suo possibile sviluppo oltre le logiche consuete. Simbolo involontario — proprio nel giorno del ballottaggio — le bandiere a mezz’asta per ripensare a una guerra cominciata cento anni fa e ancora oggetto di sterili polemiche. Una comunità che continui a procedere con lo sguardo costantemente puntato nello specchietto retrovisore è destinata a non saper dove andare, rischiando prima o poi anche di uscire di strada. Bolzano ha bisogno finalmente di qualcuno che guardi e la porti in avanti.

Corriere dell’Alto Adige, 27 maggio 2015

P.S. L’immagine è tratta dal profilo facebook del sindaco ed è stata originariamente corredata da questa didascalia: “Sono pronto alle trattative per la formazione della giunta. Tutti continuano a ripetere che sarà durissima. Perciò mi sono preparato in tempo”.


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