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Indicazioni obbligatorie sulla tracciabilità della carne animale

Creato il 13 gennaio 2011 da Spesacritica

Cari lettori, questo post nasce da una conversazione con Ilaria, una affezionata lettrice di Spesa Critica che mi ha chiesto un parere sulla qualità, la “storia” e l’affidabilità della carne acquistabile nei supermercati, e dal momento che è scoppiato il caso “diossina” in Germania, credo sia doveroso fare un pò di chiarezza.

Nelle etichette della carne bovina, così come per il pollame e, grazie alla nuovissima legge, anche per quella suina,  è OBBLIGATORIO riportare:

•riproduzione del bollo sanitario dello stabilimento che ha effettuato il sezionamento ed il confezionamento;

•ragione sociale e sede dello stabilimento;

•peso netto;

•denominazione commerciale: specie, categoria e taglio;

•data di scadenza;

•lotto di produzione;

•modalità di conservazione;

•codice di riferimento che rappresenta il nesso tra il taglio di carne al banco e l’animale o il gruppo di animali macellato;

•paese di nascita;

•paese (o paesi) di ingrasso;

•paese di macellazione e numero di riconoscimento dello stabilimento di macellazione;

•paese di selezionamento delle carni e numero di riconoscimento del laboratorio.

traccarne Indicazioni obbligatorie sulla tracciabilità della carne animale

Se le carni provengono da un animale nato, ingrassato e macellato in Italia l’etichetta può riportare l’indicazione “Carni di bovino nato, ingrassato e macellato in Italia” oppure semplicemente la scritta “origine Italia”. I bovini provenienti dall’estero (principalmente Irlanda, Francia e paesi dell’est Europa), sono IN TEORIA allevati secondo i dettami delle norme comunitarie (quindi niente ogm, farmaci vari ecc..), però se è possibile, è meglio affidarsi a carne di animali nati, vissuti e macellati in Italia.

Le carni “preincartate“, cioè esposte a libero servizio nei supermercati, non hanno l’obbligo di riportare la data di scadenza (assurdo..).

Le truffe più comuni sono:

  • carni di animali allevati con metodi vietati dalla legge europea, quindi con OGM, e porcherie varie, che si riconoscono dal fatto che hanno una maggiore quantità di acqua e grassi e si riducono notevolmente le dimensioni in cottura.
  • carni di animali di specie diversa (meno pregiata o destinata ad altri scopi, tipo razze da latte ecc..) da quella dichiarata.
  • vendita di tagli meno pregiati per tagli pregiati (tipo lombata per filetto e cosi via).

Tanto per fare un esempio, secondo la Coldiretti due prosciutti su tre provengono da maiali allevati all’estero senza una adeguata informazione. A differenza infatti per quanto avviene per i bovini o il pollame per la carne di maiale e i salumi derivati non è obbligatorio indicare la provenienza della materia prima con il risultato che vengono spacciati come Made in Italy prodotti ottenuti da carni importate.

E’ bene fare attenzione a tutte queste cose, e se le etichette che trovate nei supermercati non corrispondono a quanto detto sopra, rivolgetevi alle autorità competenti perchè non sono cose da poco. Non sono una persona che ama fare allarmismi, però per il momento è bene fare attenzione ed evitare la carne proveniente dalla Germania dato il problema della diossina.


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