La Confcommercio ha presentato ieri il Libro Bianco sui trasporti “Sciogliere i nodi per competere” che con una serie di dati nudi e crudi fotografa incontrovertibilmente l’arretratezza del Paese Italia e la sua non competitività a livello internazionale.
A Roma, Milano e Napoli ci si sposta a una velocità media di 15 km/h, con minimi di 7-8 durante le ore di punta. Nelle metropoli, alla fine del 1700, la velocità era la stessa, però si girava con cavalli e carrozze.
Non vanno molto meglio le autostrade. La rete italiana si è sviluppata dal ’92 10 volte in meno rispetto a quella francese e 25 in meno rispetto a quella spagnola. A rilento anche le ferrovie, nonostante l’ampliamento dell’alta velocità.
Ancora più preoccupante la situazione delle Grandi Opere. Del Programma per le Infrastrutture strategiche, valore stimato 367 miliardi, varato nel 2001, è stato completato solo il 9,3% e il 60% è ancora in fase di progettazione . La mancanza di infrastrutture rispetto alla Germania, negli ultimi 10 anni, ha causato una perdita di 142 miliardi di Pil.
La situazione non migliorerà visto che gli investimenti nel settore sono limitati: dal 1990 si è speso il 35% in meno, con picchi nel bienni 2009-2011 e 18 miliardi già tagliati per il triennio 2012-2014. Non si approfitta neanche dei fondi europei, visto che è stato utilizzato solo il 12% dei 41 miliardi stanziati per il quinquennio 2007-2013.
Non c’è da sorprendersi se poi l’Italia non cresce.