E’ difficile intravedere quali possano essere gi scenari futuri per l’ Italia. Non solo perchè la zona Euro vive in queste ore fasi a dir poco convulse ( il decreto salva Stati approvato in Slovacchia ne è un esempio), ma anche perchè, a quanto pare, l’ attuale governo Berlusconi, salvo clamorosi imprevisti e pur con tutte le difficoltà nella tenuta della maggioranza al voto di fiducia che si terrà domani a Montecitorio , poterà a termine l’ attuale legislatura . E tutto ciò in un clima sociale mai registrato in Italia nei decenni di vita repubblicana. Il malessere sociale, accentuato dall’ entità della manovra economia recente e dal gozzovigliare di una classe politica improttutiva e dannosa, ha assunto dimensioni anomale e a dir poco preoccupanti. Valvola di sfogo di questo malessere sono gli ” Indignati” ( nient’ altro, in fondo, che un clone di quelli spagnoli). Gli “Indignati” costituiscono un movimento estremamente eterogeneo. Composto da membri dei centri sociali, operai in cassaintegrazione, precari, disoccupati di ogni provenienza. Un segmento “reale” del paese prodotto dai tagli sconsiderati della classe dirigente; dal crollo di ogni credibilità di un sistema politica critico, criticato, ma non si sa come rinnovabile. Tanto per essere chiari: non si può parlare di rivolta sociale, nè di propositi di sovvertimento del sistema politico-finanziario del paese ( l’ assedio a Bankitalia dei suddetti Indignati è stata una simpatica goliardia tutta italiana e poco credibile) ma di significative avvisaglie da monitorare e da non prendere alla leggera. In un capitolo della sua Storia d’ Italia, Indro Montanelli definiva i primi anni ’60 come anni di gomma caratterizzati dalla presenza di una classe politica che, come un muro di gomma appunto, fa rimbalzare tutto: scandali, problematiche sociali; insomma una classe politica “ovattata”, estranea a tutti i rumori provenienti dall’ esterno. Quella classe politica si svegliò con l’ onda anomala del ’68 e con la stagione nefasta del terrorismo politico. Nulla di tutto ciò è in atto. Gli Indignati sono tutt’ altro che un movimento organizzato. Ma è tenuto insieme dalla disperazione di chi è senza lavoro, di chi non ha avvenire, di chi non ha più fiducia nella politica e nelle istituzioni; la stessa politica che domani rinnoverà il rito sciatto della fiducia; un modo raffinato di non tirare le cuoia mentre lì fuori c’è un paese, ancora dannatamente reale.
Indignati dagli ” Indignati” o dal “muro di gomma” della politica italiana?
Creato il 13 ottobre 2011 da AngelPossono interessarti anche questi articoli :
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