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Ieri un capo di stato settantenne che disprezza la democrazia, iniettato di botulino, con parte dei lineamenti atrofizzati dalla chirurgia plastica, con i capelli catramati con una tinta malriuscita, che dicono si circondi di donne per praticare l’antico rito del bunga bunga, si è affacciato dalle televisioni per affermare che lui non si dimetterà mai perché è un leader voluto dal popolo. Quindi ha invitato i suoi sostenitori ad uscire di casa e scendere in piazza in suo favore. I giornalisti stranieri che avevano letto solo le dichiarazioni senza aver visionato il video non avevano ben capito di chi si trattasse davvero ma poi, quando ha detto morirò da martire con la fede, anziché tornerò ad Arcore con Fede e Mora, hanno capito che si trattava di Gheddafi. In serata, Palazzo Chigi ha reso noto che i due anziani capi di stato si sono sentititi per telefono e che il dittatore (quello libico) ha rassicurato il premier italiano sulla situazione in Libia dicendo che nel Paese va tutto bene e che la verità sugli eventi la dicono i media libici. A questo punto possiamo immaginare che anche B. abbia detto che “anche nel mio paese Paese va tutto bene e che la verità sugli eventi la dice Mediaset”. Infine, il pazzo di Tripoli ha detto che quelli che si oppongono al regime sono solo dei ratti drogati e qui il nostro Presidente del Consiglio si è confortato ricordando invece che i propri oppositori sono dei semplici coglioni, come ebbe a definirli pochi anni addietro. E mentre Frattini dice che “se fossero confermate le parole” (??) del dittatore (quello libico) resterebbe sbigottito (apperò!), la carneficina prosegue.
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