
Credo sia giunto il momento di parlarvi di Lia.
Non è il caso di procrastinare oltre: il momento è vicino. Lo annuncia da quasi un mese, minaccia di trasferirsi a giorni e continua a caricare su e giù dalle scale di casa pacchi di vestiti, coperte o pentolame, a seconda della necessità. Prima le porta qui, poi si accorge che le serve qualcosa e se la viene a riprendere. Ma con tutto ciò ancora non si è decisa a compiere il grande passo.
E un po' ne sono anche sollevata, per carità.
Ma facciamo un passo indietro: chi accidenti è mo', 'sta Lia?
Avevo detto che al posto di Master, nella camera accanto sarebbe arrivata un'altra inquilina.
Beh, non era un modo per annunciare facendo la vaga l'arrivo del nuovo pargolo (che poi ancora non sappiamo se sia una pargola o un pargolo), è che non avevo il coraggio di pronunciare il temuto sostantivo trilittere, un po' come fanno i personaggi di Harry Potter con Tu-sai-chi. Ecco, una specie. Un esorcismo, se vogliamo.
Tenete bene a mente l'immagine che ho scelto per illustrare simpaticamente questo post di sì ardua realizzazione.
Lia è al momento l'inquilina del piano terra del nostro palazzo.
Per ragioni logistiche il p.d.c. (padrone di casa) ha ben pensato, data una sua necessità di liberare quell'appartamento, di traslarla qui da noi, visto che il soggetto in questione risulta da alcuni anni alquanto moroso nei suoi riguardi.
Dunque. Chi ha
Chi non si è imbattutto i LIA almeno una volta? Eppure: chi realmente può dire di averla vista, chi potrebbe descriverne la fisionomia, non dico con dovizia di particolari, ma anche solo approssimativamente, dire per esempio come ha i capelli?
Ve lo dico io: quasi nessuno in questo universo.
Come è possibile?
Di Lia si conosce solo la voce; una voce che non manca di interpellarti ogni qual volta ti venga la malaugurata idea di cacciare il naso fuori casa, anche solo per andarti a raccattare un paio di mutande che ti sono cadute dal filo del bucato mentre le stavi stendendo o ritirando.
Per dirla tutta, Lia è una gran scassaballe (vedi immagine), che non ha chiarissima l'idea del limite che intercorre tra i fatti propriamente suoi, e quelli del resto dell'umanità.
Ma per quanto riguarda l'immagine, in effetti potremmo dire che Lia la occulti bene, al di là della zanzariera della finestra perennemente aperta, perché, notte o giorno che sia, l'unica fonte di illuminazione che emana dall'interno della casa è quella proveniente dallo schermo televisivo perennemente acceso. Quindi, poiché il colore della pelle della nostra tende più alla tenebra che alla luce, potremmo dire che la sua sagoma si mimetizza bene in quella semioscurità, un po' come quella barzelletta razzista vecchia di secoli del nero che si morde le dita mentre mangia cioccolata di notte, o come cavolo era, boh.
Insomma, chiunque si sia avventurato in casa mia da che abito qui non può sicuramente affermare con decisione che Lia sia qualcosa di più dalla mera essenza vocale, poiché di lei non si riesce a scorgere mai molto più che una mano, che si allunga sotto la zanzariera di quando in quando per salutare la pupa che passa e per riscuotere pedaggi di varia natura (leggi: mi lasceresti una sigaretta/presteresti 10 euro/mica hai un po' di zucchero/caffè/un uovo/un biglietto dell'autobus e chi più ne ha ne metta).
Fin qui andrebbe pure bene, se la nostra prode non fosse anche una dannata impicciona e pettegola (vedi foto sopra).
Non una petulante vecchina del Maine, ma una placida matrona etiope intabarrata in ampie vesti colorate, spesso alle prese con hennè e treccine, molto spesso con elaborate preparazioni di pietanze esotiche, ma lei sostiene di non mangiare che un'insalata al giorno, e che però ingrassa lo stesso per via delle preoccupazioni (va be', trovatemi una persona sovrappeso che affermi di esserlo per colpa di quel che mangia e non per disfunzioni tiroidee o per metabolismo lento).
Lia è per riassumere in breve, colei che non manca mai nella vita di qualsiasi madre alle prese col suo adorato frugoletto: colei che su tutto sente l'impellente urgenza e il dovere morale di dire la sua, per quanto discutibile essa sia.
Ne abbiamo tutte una: c'è chi ha la suocera, chi l'amica impicciona, chi la vicina di pianerottolo, l'amica di famiglia, la donna delle pulizie... io ho LIA.
Lia è quella che il giorno in cui, io sofferente con un'ottava di tette, un ingorgo mammario da paiura, e una pupa neonata indiavolata e affamata, ha avuto il coraggio di dirmi:
- Ma perchè piange questa bambina?
- Eh... ha fame! (Io reprimendo gli istinti omicidi)
- Ma cosa dici! Lo sai: i Bambini piccoli NON HANNO MAI FAME!
- ... (E che le devo dire secondo voi?)
Lia è quella che quando la pupa stava mettendo i primi dentini (e per inciso, non ci faceva dormire) mi ha edotto sul motivo per cui la piccolina producesse tanta bava:
- Hai visto? Sbava.
- Sì, lo so: sono i denti.
- No, non lo sai. Non sono i denti: è che non le devi dare il ciuccio!
- ... (Ah!)
Lia è:
- Ciao, principessa! Fammi vedere le manine. Guarda qui che unghie sporche che hai! Ma non te le pulisce le mani mamma?
- ... (Ora la uccido)
Lia è:
- State uscendo?
- Ehm... sì.
- Ma dove la porti con questo freddo/questo caldo/ questo vento/questo sole/così tardi/così presto, o,(se non ha niente di meglio da obiettare) sempre in giro? Una bambina piccola deve stare a casa.
Oppure Lia è:
- Ssssh! Mimi, fai piano o ci scopre!
- State uscendo?
- (Uff!) Sììììì...
- Fammi vedere come ti ha vestito mamma? Ma quella giacca non è troppo pesante/troppo leggera/da maschio/troppo grande/troppo piccola? Oppure: Perchè non le hai messo le scarpe chiuse/i sandali/i calzini/o perchè glie l'hai messi/la sciarpa (magari a maggio)/il parasole?
O ancora:
- Mimi, stavolta facciamo piano che svegliamo LIA se no...
- State uscendooo???
- (Ma vaff...) Sì! Sì! Sì!
- Dove andate?
- (Ma che te frega?) A fare un giro...
- Andate al supermercato?
- No! (mentre scappo)
- Puoi prendermi (articolo a caso), poi ti dò i soldi?
Insomma, voi, illusi, non credete di passarle inosservati. Non si scappa. Punto.
Pensate che Lia non dorme. NON DORME!
Cioè: è peggio di Cerbero, il guardiano degli inferi con cento occhi: lei ne ha solo due, ma NON LI CHIUDE MAI!
Tipo che se una volta per caso ci capita di rientrare verso mezzanotte da una cena con amici, lei...
- Siete tornati? Dove eravate con la bambina A QUEST'ORA?
No, ma non scherzo, lei dorme sì e no due ore a notte, e se non ci credete chiedetelo a lei:
-No, io non dormo mai: massimo massimo due ore, non sono mai stanca: è per questo che guardo tanta televisione. L'altra notte non riuscivo a dormire e allora sono andata a fare un giro alla stazione alle 4 di notte. Oppure: sono andata a cercare lavoro alle 5 di mattina...
Sì, perchè poi Lia è perennemente in cerca di lavoro.
Non che non ci provi poveretta, e su questo devo dire, è abbastanza sfigata, e giusto per la solidarietà che intercorre a volte tra sfigati che ancora mi sforzo di tollerare le sue frequenti ingerenze nei cazzi miei (Ieri non hai ritirato la posta! Chi è quel ragazzo che vi è venuto a trovare domenica? Ho visto che hai ricevuto un pacco...)
Dunque, Lia, visto che tanto la notte non dorme mai, lavora come badante, in genere.
Solo che l'ultima vecchietta con cui ha lavorato una volta l'ha chiusa nel cesso e si è rifiutata di aprirle la porta per sei ore... dai, non ridete! Lo so, anche a me fa ridere un sacco questo racconto, ogni volta che me lo ripete (Bwahahahahahaha! scusate, mi è scappato!). Ma è anche un po' tragico.
In pratica la povera anziana era convinta che Lia la volesse uccidere, e così l'ha chiusa nel bagno, mentre da fuori la insultava pesantemente e minacciava di chiamare la polizia.
Alla fine la povera sventurata ha avuto un'alzata d'ingegno, forse dettata dalla disperazione. Le ha detto: è vero, voglio ucciderti, ho qui un coltello per tagliarti la gola. Forza, chiama la polizia!
La polizia è arrivata e Lia è stata liberata, ma... congedata (il mondo è ingiusto con le classi subalterne), con tante scuse da parte dei figli della vecchia paranoica, ma intanto senza lavoro.
Da allora continua ad annunciare imminenti impieghi, puntualmente disattesi:
- Mi presti cinque euro per comprare qualcosa da mangiare? Lunedì inizio a lavorare con un vecchietto, stavolta speriamo che va tutto bene... è un lavoro buono... sei giorni su sette... tutto in regola...
Insomma, poi la rivedo di martedì:
- Ma allora? Quel vecchietto?
- Eh! E' morto poverino!
Ma no! Che sfiga!
All'inizio pensavo la sfigata fosse lei, ma poi, al terzo vecchietto fatto fuori nel giro di pochi mesi (Lia, ma non avevi iniziato con quella maestra anziana e suo fratello paralitico? Ah, sì: il fratello è morto e lei è andata in ospizio), ho iniziato a maturare una maggior consapevolezza: non è che magari, fosse fosse, grattatina, è lei che porta un attimino rogna? (Vedi, ti prego, foto su).
A questo punto una domanda sorge spontanea: siete consapevoli, vero, di chi vi state mettendo in casa?
-sigh-