Il berlusconismo, cioè una variante fanatica del liberismo anarchico di un uomo solo, ha dato un’anima pressoché religiosa e maniacale al liberismo, per il quale gli esseri umani non sono altro che consumatori, attori di una commedia, o dramma visti i tempi, economico. Dopo il lavoro quanto spendi? Che cosa compri? Che cosa ti piace? Che cosa ti posso vendere?
Alla Confindustria non interessa altro. Il sistema produttivo ti produce, e può assumerti e sussumerti se sei utile. Nel tempo libero lavori dall’altra parte della catena. Lo Stato fa il resto: fabbrica i cittadini lavoratori e consumatori, con le idee compatibili per il libero mercato, fornendo loro anche quel tanto di illusione di libertà e trasgressività che basta per tirare avanti. Ti insegna anche della poesia come “polizza d’assicurazione” per quelli che non avranno successo e sentiranno il bisogno di consolazione.
Ci dimentichiamo di questo apparato produttivo fondamentale e la tv ci fa perdere tempo appassionandoci con strani personaggi “politici” che dicono cose spesso indimostrabili.
Bisogna davvero appassionarsi a un sistema che ti costruisce e ti distrae, ti diverte, prevede le tue mosse o almeno ci prova sistematicamente? Semmai appassiona il contrario e molti lo sentono dentro di sé, lo sanno.