Inediti 2015 | CAP VI | Milano Sanremo

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DOVE
Milano (MI), Sanremo (IM)
QUANDO
22 marzo 2015
VINCITORE
John Degenkolb (Team Giant-Alpecin)
COLORI
bianco come il cielo di Milano, verde acqua come il mare di Sanremo, arcobaleno come i coriandoli di via Roma.
COSE SPECIALI
i sorrisi sotto la pioggia, l’Arco della Pace, il profumo del mare portato dal vento

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Milan. C’è l’odore caldo dei caffè che viene dai bar, delle brioches con la marmellata bollente. C’è il cielo livido e senza colore, complice di quella pioggia invisibile e sottile. Vento gelido, vento del nord che si infila dappertutto. Il pavé lucido di Corso Sempione, gli alberi neri e fradici e spogli. L’arco della Pace con Minerva e le Vittorie in bronzo che si disegnano contro il cielo di nuvole.
E’ tutto come da tradizione. Gli stranieri la chiamano La Primavera. Un nome dolce e odoroso, come quella linea invisibile che unisce due terre così diverse eppure sorelle in una bellezza tutta loro. Milano e la Riviera. La nebbia e il mare, per dirlo in tempi spiccioli. E il Turchino in mezzo, una specie di Mosè a dividere le acque.

Milano e la gente imbacuccata nei giubbotti e negli impermeabili coi cappelli quasi negli occhi. I suoi ciclisti che arrivano all’ultimo momento, coi loro sorrisi strani e tirati, i loro occhi persi chissà dove, persi dietro quei chilometri. E questa pioggia che scende, invisibile e silenziosa e continua. Una benedizione. Una maledizione. Gocce come diamanti che si aggrappano alle mantelline, ai guanti uniti in una preghiera prima del via. C’è silenzio nel rumore.

Lo squarcio di azzurro. E il vento. Ancora vento che scuote le palme, le fa brillare, le fa cantare come uno strano flauto lontano. L’orizzonte bianco, nuvole grigie che corrono e il mare impetuoso, le onde contro gli scogli grigi. Alti scogli deserti dove tre ragazzini corrono e gridano.
Sanremo.

Vento che spazza via tutto, vento che chiama il sole che fa lunghe le ombre sulle piazze. Stralci di nuvole e di azzurro. Azzurro intenso, intenso come il verde acqua del mare che corteggia gli scogli con le sue onde di madreperla. Si schianta furioso, rimane la spuma a gorgogliare calma là sotto e poi di nuovo. Ecco il canto di un pomeriggio.

Via Roma. Metà nel sole, metà nell’ombra. L’attesa. L’arrivo e i coriandoli che si perdono sull’asfalto dopo aver volato. Il sorriso di Dege bianco come la spuma attorno agli scogli. Le lacrime di Dege, invisibili come la pioggia di una mattina incantata e fredda, aspettando quel sogno che era proprio per lui.

Primavera. Sei capricciosa e splendida e improvvisa. Piena di contrasti come le terre che attraversi, silenziosa di bellezze che bisogna ascoltare prima di vedere.
Milano Sanremo.
Primavera.
La nostra.

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