A4 (2010)
..lei/
ha lasciato un
braccialetto
disperso
sul bordo del letto,
colto al mattino s’è
perso –
caduto
tra il legno ed il muro.
qualcuno alla Tinaia
suonava Creep: dei Radiohead,
nella danza ci scambiammo
2-3 volte, 2-3 passi
mantenendo però sempre
l’ordine dei sessi.
il profeta iracheno
esiliato
traduceva i propri versi
in vino, contro il Corano
noi estasiati
ubriache.
poi ci dissero <<andiamo>>.
sussurrammo loro <<andiamo>>.
girò la chiave
nella toppa, del portone a pochi passi
dalla luna ormai
tradita
che contandoci
piangeva,
di lì a poco
la vidi impallidita.
..nella danza
2-3 volte…
(non credo, se lo fosse
tolto).
1.1 post post scriptum (2010)
1.2. della festa
1.1.
RICORDI?
c’era un argine ingrossato;
un libro di Nietzsche
e una frase di Brecht.
- <<perdere.>>
– <<odiare.>>
furono parole pendenti
per prime dalle tue di labbra
(io – per me
avrei preferito la notte
che brucia lo stomaco
bevuta d’un sorso),
ho sentito spesso la tua
presunzione = fuggire da sé stessi perché assoggettati ad altri
e ne ho ricavato febbri insonni.
1.2
ci sono demoni borghesi,
alito di vino e sguardo eretto
sul tuo collo
nudo –
ma io che ti ho vissuta adesso
muoio,
zoppo,
in debito di alcune sbronze.
così è il mio saluto liberato:
niente più parola e solo
carne
d’ora in poi –
vivere
scordando
di esistere.
Natale? (2003)
denaro bollente
nelle tasche di improvvisati
giocolieri buffoni di corte;
uomini e donne
nere. cadenzati
da veglia millenaria
che il Cristo non caschi
dalla croce.
e vai a Kisangani
oh Re del Cielo.
tacheles (2012)
ei fu?
sì tanto immobile
dato il mortal suo stile
steso da banca ignobile
ghiotta di soldo stitico. però
My people defend themself and their land
is not for sale at any price
e in ogni caso non hai l’aria di un portafogli abbastanza
gonfio per aggiudicartelo; se lo filano in di più
degli stivali di Tom Waits, il rasoio di Johnny Cash
la sorella di Johnny Depp. il tatuaggio
di Belen Rodriguez
ringrazia –
che ti evito figure da principiante. intanto
ai bistrot di Oranienburger Straße cosa vuoi che gliene freghi
se chi mitizza le rivoluzioni vuole solo vederle morire
scoperto il pareggio come porto
di ogni vittoria. ci si scorticano
i piedi
transumando una Berlino
disinfettata al Napisan
dei governi amici, affettata mano mano
come carne sullo spiedo di un Kebab
tossendo ad ogni trancio
fuochi di rivolta.
dove l’arte finalmente ha detto <<basta ya!>>
agli inestetismi della cellulite
l’oggi
è più importante di ogni ieri
con la partecipazione di
UE – BCE – FMI
e tanto di ringraziamenti fatti proprio là.
lungo i piani: bucce d’artista
rimpastate in canditi. giusto in tempo
per il sacco finale, souvenir di indignazioni d’autore
reliquie
ogni contro in sé per sé
trova sempre il proprio stalinismo.
spendibile (2003)
non sono
spendibile
dal punto di vista
delle idee
degli orari
dal punto di vista
degli enti statali
in famiglia.
e di tutte queste altre
pistole
puntate alla gola.
TAG: squatter, metro, teens (2012)
[…] anche se forse ancora non lo sai
che New York Yankees che porti in testa ha invaso tua madre
e Jesus died in Las Vegas
traduce tuo padre. al tempo in cui
ogni striscia di carne
è sacra Terra Promessa da contaminare
amplificando forze gravitazionali
lei ti cavalca con somma
invidia del pene,
incartando paure con chissà quali
manie di perfezionismo
apologie dell’Istante
e solo la metro là in fondo
fatica
a accomodare il suo culo,
sopra le arterie che pulsano il sangue
verso le emorragie insonni della città.
posso tutto ciò che voglio (2004)
penso mangerò
infinite lupare ai bordi isosceli. di trapezi immaginari
che lombrichi al lungomare di una spiaggia. e di un oblò
e vomiterò
altrettanti invertebrati incubi notturni
che potranno. se vorranno
essere fatali sulle orme immaginate
di tendoni alati e di invettive. contro
qualsiasi sorta
questo è ciò che penso.
e non c’è freddo, e non c’è dove
questo mi riscalda. le sementi
il buono odore
di polistirolo
di credenza, di magone?
vento di sud-est
corna di pavone.
poi vivrò
infinite vite
e morrò
infinite morti
a melone,
sui pesanti oblii
da spiazzate vie
de turgibus molestibus
I wanna see you soon
matrioska (2012)
§
i bond
lo spread –
e le politiche dell’amicizia sono tutti
ottimi argomenti per la doccia.
persa fra morali indiane
e profili casalinghi,
frotte di neonati dalla carne già imballata per il Paradiso
hai trovato il tuo spazio vitale.
senza invadere paesi stranieri
§§
fuori c’è un piccolo
Stalin azero –
testa bassa
e sorriso di gatto egiziano.
c’è un Tyson di borgata
dai narcotraffici,
al posto dei convenevoli
le insegne luminose sono buccole.
alla vanagloria di un Pigneto butterato
§§§
più avanti
Roma –
è un’accozzaglia di vittorie
a seppellirsi l’un con l’altra.
sgomitando ognuna il proprio
<<io! io!>>,
al primo banco della Sfinge
come eiaculazioni precoci di entusiasmo.
in fondo ad ansie da prestazione della Storia
Edoardo Olmi, nato a Firenze il 22/09/1984, vive a Roma. Ha pubblicato Il porcospino in pegaso (Felici Editore, 2010). Suoi testi sono apparsi sulle riviste Collettivomensa e Prospektiva, e sul blog di Scrittori Precari. Il libro è stato recensito dai blog di Liberi di Scrivere e dal sito di Temperamente. Nel 2011 ha vinto il terzo premio per la sezione poesia del Carver. Ha collaborato alla trasmissione di letteratura di Radio Onda Rossa. È membro della Rome’s Revolutionary Poets Brigade.
Sito web: http://cornadipavone.wordpress.com