Infernal Affairs – Andrew Lau, Alan Mak

Creato il 23 dicembre 2013 da Maxscorda @MaxScorda

23 dicembre 2013 Lascia un commento

Abituiamoci al sorpasso della Cina contro le altre superpotenze mondiali, USA in testa. In campo economico c’e’ solo da rassegnarsi – ammesso sia una rassegnazione – ma anche sulle arti tutte, a piccoli passi sta avvenendo un  profondo mutamento. Ora se accade che una sceneggiatura originale di un film di Hong Kong, finisca tra le mani di uno dei piu’ grandi registi al mondo e ne faccia un successo planetario, significa che il vento sta cambiando.
Forse non tutti sanno che "The departed" nasce come riscrittura e occidentalizzazione di "Infernal Affairs" e se non lo sapevate consolatevi perche’ non lo sapevo nemmeno io e neppure Scorsese che lo scopri’ solo in fase di pre-produzione.
La trama e’ la stessa, due poliziotti, uno al soldo della triade e infiltrato nella corpo dell’antimafia, l’altro all’opposto fianco a fianco dei delinquenti ma paladino della giustizia in un gioco mortale di incroci ed inseguimenti, l’uno sulle tracce dell’altro.sino al sorprendente epilogo.
Gran film davvero ma era prevedibile del resto se doveva arrivare sotto gli occhietti danarosi americani.
I due registi gia’ dal nome si presentano come tizi che conoscono bene le regole del cinema d’azione occidentale e tessono una trama fitta senza essere complicata, sorprendente eppure logica seguendo il flusso di quanto accade.
D’altronde le forze in campo sono molte e i nomi altisonanti dei due protagonisti delineano mire da colossal a partire proprio da Tony Leung che tanto ci ha dato nei film di Wong Kar Wai e non solo.
Ho trovato molto interessante il confronto tra le due versioni del film, non tanto per stilare classifiche, quanto per cercare di comprendere i processi creativi sottesi alla realizzazione di un film e perché no, scovare le piccole e grandi differenze nel modus pensandi orientale e occidentale. Ad esempio il non avere a disposizione un Jack Nicholson attorno al quale creare un asse simmetrico ai due protagonisti, ha indotto i registi e gli sceneggiatori cinesi a sdoppiare con maggior caratterizzazione i capi delle due fazioni, contrapponendoli in un faccia a faccia importante quanto quello dei loro uomini. C’e’ meno cura nel soggetto ma del resto e’ normale per un cinema orientale che punta al presente piu’ che al passato in un fatalismo senza troppe spiegazioni ma con maggiori spigoli in un efficace pragmatismo che esalta i fatti concreti limitando i voli pindarici.
A proposito di pragmatismo, questo e’ il primo di una trilogia di film e vista la qualita’ del risultato finale, c’e’ da essere contenti che non ci si sia fermati qui.
Grande storia, grande regia e grande recitazione,  non manca proprio nulla.

Scheda IMDB


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