Quando si parla di infertilità si fa riferimento ad una condizione secondo cui, dopo un periodo di rapporti mirati non protetti – periodo che va dai 12 ai 24 mesi – la coppia non riesce ad avere figli. L’infertilità può colpire sia l’uomo che la donna: ma quali sono le differenze tra l’infertilità femminile e quella maschile? Vediamole insieme.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, per infertilità si intende quella condizione secondo la quale, dopo un periodo di rapporti mirati non protetti – periodo che va dai 12 ai 24 mesi – la coppia non riesce a concepire.
L’infertilità può essere temporanea o definitiva: sono diversi i fattori che possono incidere, come ad esempio situazioni di stress, assunzione di farmaci, in particolar modo chemioterapici, oppure altre condizioni che determinano, temporaneamente o in maniera definitiva, una condizione di infertilità.
L’infertilità può essere maschile, quando colpisce la parte maschile della coppia, oppure femminile, quando questa condizione riguarda la donna.
Per infertilità maschile si intende quindi quella condizione per la quale l’uomo ha una ridotta capacità riproduttiva, dovuta, per esempio, ad una insufficiente produzione di spermatozoi, oppure a situazioni di stress, alterazioni cromosomiche, disfunzioni erettili, oppure varicocele.
Per infertilità femminile si intende, invece, quella condizione per cui la donna non riesce a rimanere incinta seppur in presenza di rapporti mirati non protetti. A differenza dell’uomo, ciò che determina maggiore o minore infertilità nella donna è soprattutto l’età: si calcola che il massimo momento di fertilità in una donna sia intorno ai 23 anni, mentre a partire dai 30 essa inizia a decrescere, fino ad un crollo che si verifica intorno ai 40 anni d’età. Tra le altre cause, vi possono essere, ad esempio, endometriosi, sindrome dell’ovaio policistico, esaurimento ovarico precoce, oppure fibromi uterini.
L’infertilità di coppia deve essere affrontata in maniera corretta, con l’aiuto di personale medico specializzato: per l’uomo, può essere utile rivolgersi ad un andrologo, mentre la donna dovrà fare riferimento al ginecologo.