insostanza,
di sporco sulle dita, di
sangue
sui polpastrelli.
Sembra tutto inutile, tutto
una continua prova,una sfida,
condannata inesorabilmente a un'amara sconfitta, a una malinconica
consapevolezza
di
debolezza,
di fatica, un
lamento continuo.
Tendenza a rifugiarsi nelle solite tane, sintomo di sicurezza e calore,
a volte eteree e inconsistenti,a volte reali e tangibili più
della realtà stessa.
E vivo così,
in bilinco, in un non-equilibriocostantemente in pendenza, in un arrancare
senza sosta
verso una meta che si allontana
sempre di più.
E gira, gira la testa, gira la luce,
muorela luce,
io dove sono?