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Infinity + One di Amy Harmon

Creato il 14 settembre 2014 da Anncleire @anncleire

 Infinity + One di Amy Harmon

Some people might laugh or roll their eyes and accuse me of tired clichés. But there it was—hot food in an empty stomach, water on a parched throat, that first glimpse of home just around the bend, or that first bite of something you thought you’d never have the courage to try, only to realize it was the best thing you’d ever tasted. That was what Finn’s kiss was like. And in that moment, I realized I was starving and had been for a long time. I was starving.

 

“Infinity + One” è l’ultima meraviglia creata dalla penna di Amy Harmon che ho adorato per “Making Face” (entrambi i libri dovrebbero uscire per Newton Compton Editori entro il 2015). Non credevo che la Harmon potesse superarsi ancora, ma invece ci è riuscita, regalandomi una storia meravigliosa che unisce matematica e sentimenti, un viaggio on the road e due personaggi memorabili. Stand alone che di questi tempi non è poi così scontato avere XD

 

Quando due improbabili alleati diventano  due fuorilegge, due amanti indimenticabili sconfiggeranno delle probabilità imbattibili?

Bonnie Rae Shelby è una superstar. È ricca. È bellissima. È incredibilmente famosa. E Bonnie Rae Shelby vuole morire. Finn Clyde è un nessuno. È spezzato. È brillante. È impossibilmente cinico. E tutto quello che vuole è una chance nella vita.

Una ragazza. Un ragazzo. Un atto compassionevole. Un set bizzarro di circostanze. E una scelta – voltare la testa e andarsene o allungare la mano e rischiare tutto? Con quella scelta l’orologio inizia a ticchettare su un uomo con un passato e una ragazza che non può affrontare il futuro, scandendo i secondi in una avventura piena di dolore e umorismo, incomprensioni e rivelazioni. Con il mondo contro di loro, due persone molto differenti iniziano un viaggio che non solo cambierà le loro vite, ma potrebbe costar loro la vita allo stesso tempo.

Infinity + One è un racconto di stelle cadenti, fama e fortuna, di gabbie dorate e sbarre di ferro, della scoperta di un amico sul volto di un estraneo e della scoperta dell’amore nei posti più strani.

 

La Harmon ha la capacità incredibile di non essere mai scontata e seppur raccoglie i classici elementi del genere, quello della contemporary romance new adult, pure sfugge ai clichè per regalare una storia magica. Riprendere il mito di Bonnie e Clyde per sconvolgerlo, attualizzarlo e renderlo indimenticabile. Questa è prima di tutto una storia di redenzione e di rinascita, di coincidenze e misteri e inizia come un viaggio on the road. Bonnie sembra avere tutto, ma la Harmon ci mostra come sempre che l’apparenza inganna, che il successo e la fama sono così effimeri e sfuggenti che ti lasciano quasi sempre con un pugno di mosche in mano. Bonnie, una ragazza coraggiosa, con un passato di povertà e sacrifici alle spalle sa bene quanto niente sia immortale. Si ritrova a continuare un tour con un peso sullo stomaco insostenibile e decide che non ce la fa più. Ma quando tutto sembra perduto, quando tutto sembra sull’orlo del baratro, emerge dalla nebbia un ragazzo che le mostrerà che niente è perduto. Anche Finn, Finn Clyde, ecco che quindi il gioco di sovrapposizione di due novelli aspiranti del crimine, ha un passato burrascoso, composto da ingiustizie e pagamenti, senza sconti. Finn è un tipo chiuso, diffidente, alla ricerca di una via di fuga. Tutto con Bonnie diventa ancora più difficile. Perché si ritrova a fare i conti con sé stesso. Quello che mi ha sconvolto di più non è lo scoppio dell’attrazione e dell’amore nell’arco di dieci giorni, che pure potrebbe sembrare inconcepibile, ma il raggiungimento del climax, la capacità della Harmon di creare una storia memorabile con la musica e la matematica. Perché se Bonnie è la regina del country-pop, Finn ha i numeri nel sangue, la capacità di ricordarli in maniera fenomenale e la comprensione per quel linguaggio con cui parla la natura tutta.

“I believe in numbers. The ones you can see and the ones you can’t. The real and the imaginary, the rational and the irrational, and every point on lines that go on forever. Numbers have never let me down. They don’t waffle. They don’t lie. They don’t pretend to be what they’re not. They’re timeless.”

Un altro espediente molto ben riuscito è quello di usare il doppio pov, quello di Bonnie e quello di Clyde, ma in modo differente. Se Bonnie racconta i fatti in prima persona, facendoci immergere nel suo dramma personale, Clyde è descritto in terza persona, con più distacco ma stesso impatto emotivo. Entrambi sono personaggi a tutto tondo, che si cristallizzano nella pagina e raccontano una storia d’amore indimenticabile. In un viaggio che da Boston li porta in California faranno mille esperienze, esperienze di generosità e sacrificio, di delusioni e di emozioni autentiche e ovviamente esperienze di una dolcezza e passione unica. Ma soprattutto capiranno che:

“And sometimes hope is the difference between life and death.”

Lo stile della Harmon non è particolarmente semplice, i flashback si sovrappongono al presente, rendendo la narrazione una scoperta continua del perché dei comportamenti dei due personaggi, ma in un certo qual modo regala una lettura indimenticabile che si affastella di segreti svelati.

I personaggi secondari sono meravigliosi e aggiungono significati nuovi alla storia. Da Bear a G.O.D. ci sono degli schizzi di umanità impressionante che regalano al lettore prospettive nuove di riflessione.


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