L'influenza aviaria torna a far notizia. Fortunatamente si tratta di scienza e non di cronaca, come siano stati abituati anni fa, quando la H5N1 divenne un caso internazionale. Ma la notizia in questione non è molto rassicurante.
Si è infatti scoperto che l'influenza aviaria ha fatto il salto di specie. In realtà, la scoperta è datata 2005, anno in cui si trovarono alcuni maiali infetti in Indonesia. Ma pare che la situazione si stia facendo più seria, e che il virus si stia evolvendo per i nuovi ospiti suini.
Il virus dell'influenza aviaria uccide circa il 60% delle persone che infetta. La maggior parte delle infezioni si verificano per contatto diretto con uccelli contaminati, senza che il contagio possa avvenire tra esseri umani. E' questo metodo di trasmissione "limitato" che fino ad ora ha contribuito a non scatenare una pandemia di influenza aviaria.
Purtroppo è stato rilevato che il virus H5N1 si sta evolvendo per essere meglio ospitato dai maiali. Maiali che, contrariamente agli uccelli, hanno diverse somiglianze biochimiche con l'essere umano. L'ipotesi è che se il virus dell'influenza suina svilupperà particolari accorgimenti chimici per vivere in sintonia con il maiale, aumenteranno le possibilità di un adattamento alla biologia dei mammiferi, uomo compreso.
Chairul Nidom della Airlangga University indonesiana ha seguito l'evoluzione dell' H5N1 nei maiali fin dal 2005. Il suo recente rapporto sostiene che tra il 2005 ed il 2007 ci sia stato un picco di influenza aviaria tra i maiali: circa il 7,4% dei 700 maiali testati sono risultati infetti, pur non mostrando i sintomi dell'influenza.
I numeri dicono che, per ora, l'influenza abbia compiuto un salto tra l'uccello ed il maiale, ma che non si possa trasmettere da suino a suino, e nemmeno da suino ad essere umano. "Se il virus si fosse adattato in modo migliore ai maiali, si sarebbe diffuso velocemente" afferma Ab Osterhaus dell'Università di Rotterdam.
Nonostante i casi di infezione da influenza aviaria siano diminuiti, dal 2007, nell'uomo, negli uccelli e nei maiali, alcuni suini mostrano segni di recente infezione. Questo significa che il virus potrebbe essere ancora in fase di espansione e di evoluzione. In modo molto subdolo, tra l'altro: "H5N1 può facilmente eludere il rilevamento, dato che si diffonde in Indonesia attraverso maiali che non mostrano sintomi" sostitiene Nidom.
Un maiale in particolare ha mostrato come il virus dell'influenza aviaria abbia acquisito l'abilità di legarsi ad una molecola presente sia nel naso dei suini che in quello dell'essere umano. Proprio il tipo di evoluzione che potrebbe minacciare l'uomo.
"Questo mostra che dobbiamo tenere costantemente d'occhio l'influenza nei maiali, visto che può cambiare radicalmente" fa notare Osterhaus. L'Unione Europea sta finanziando una collaborazione scientifica chiamata FLUPIG, che ha lo scopo di monitorare come l'influenza viaria possa adattarsi ai maiali, e come l'influenza suina possa diffondersi tra gli esseri umani.
Bird flu jumps to pigs