Il freddo e le temperature più rigide rendono i bebè maggiormente esposti all’influenza; questa è una malattia virale che può essere evitata con le vaccinazioni. L’influenza non si cura con gli antibiotici, perché è dovuta a virus. I sintomi sono quelli classici: mal di gola, febbre, dolori e inappetenza.
Quando i bebè sono molto piccoli, bisogna contattare il pediatra sin dai primi sintomi; in particolare bisogna tenere sotto controllo l’eventuale rialzo termico, la diarrea e il vomito. Questi ultimi due, possono portare ad uno stato di disidratazione piuttosto pericoloso.
E’ anche vero che la febbre è una reazione naturale del nostro corpo che, col rialzo termico tenta di aggredire il virus; ecco perché se non è particolarmente elevata e il piccolo sta bene non sono necessari i farmaci.
I medicinali devono essere prescritti esclusivamente dal medico pediatra, che consiglierà un antipiretico e, se il piccolo ha anche la tosse, dei preparati per lenire il sintomo. I medicinali, in linea di massima, sono impiegati quando la febbre supera i 38 gradi. Per favorire la respirazione, il pediatra può consigliare i lavaggi nasali oppure l’utilizzo dell’aerosol.
In attesa che arrivi il medico, il piccolo deve essere tenuto a casa in una stanza non surriscaldata; periodicamente è necessario aerare il locale, evitando che il bebè subisca subitanei sbalzi di temperatura.
E’ importante che resti ben idratato e che assuma liquidi a sufficienza, oltre al latte può consumare tisane, succhi o brodo. Particolarmente indicato quello di pollo, perché ricco di sostanze nutritive necessarie all’organismo per riprendersi. I liquidi servono a reintegrare quelli persi a causa dell’innalzamento termico; se il bimbo è ancora piccolo, bisogna cercare di allattarlo con maggior frequenza per evitare la disidratazione.
Durante la fase della convalescenza, è meglio che il piccolo non prenda freddo in modo da evitare eventuali ricadute.