Magazine Cucina

Informazione 4

Da Nicoli
INFORMAZIONE 4
Radiografia di un peperoncino

Il peperoncino è il frutto di una pianta affine al pomodoro che fu introdotto in Europa dagli spagnoli a seguito della scoperta delle americhe. Il peperoncino è un’eccellente fonte di vitamina C per chi li consuma in gran quantità ( ci vuole un bel coraggio!): in peso contiene da sei a nove volte più vitamina C dei pomodori.
Il sapore piccante deriva da un alcaloide chiamato CAPSAICINA, che si accumula nei tessuti placentari bianchi ai quali sono attaccati i semi.Per ogni 100 parti di capsaicina del tessuto placentare ce ne sono sei nel resto del tessuto e quattro nei semi. I peperoncini vanno maneggiati con prudenza, perché la capsaicina è un irritante generale e può” bruciare” la pelle se è già scalfita da tagli e abrasioni (un consiglio, che è frutto della mia esperienza, non stropicciatevi gli occhi dopo aver usato del peperoncino, vi lascio immaginare le conseguenze!!). A causa di questa proprietà la capsaicina è usata come elemento attivo di spray per difesa personale contro e le aggressioni.
è stata avanzata una teoria per tentare di spiegare il gran successo che il peperoncino ha nelle cucine nazionali di molti paesi, infatti, oggi è la spezia più consumata al mondo.Le reazioni causate dalla capsaicina nel nostro organismo, dolore, lacrime, nasi che colano sono difensive e servono a dissuaderci dal mangiare queste sostanze irritanti. Secondo questa teoria il peperoncino viene definito come un esempio di “rischio limitato. Come andare sulle montagne russe il mangiare cibi piccanti provoca segnali d’allarme da parte del nostro organismo. Ma poiché queste situazioni non sono veramente pericolose, possiamo ignorare il significato di queste sensazioni e assaporare le vertigini e il bruciore in quanto tali. E’ anche possibile che il cervello risponda al bruciore della lingua con la secrezione di endorfine, che agiscono come narcotici, e che questo contribuisca al piacevole stordimento che segue ad una “pasto” molto piccante.

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