Inauguriamo una rubrica dedicata alle applications sostenibili per smartphone e tablet. Ecco alcuni suggerimenti.
Crediamo che, in materia ambientale, la buona tecnologia sia quella in grado di avere ricadute positive e addirittura misurabili sui comportamenti degli users. Abbiamo avuto modo, per tale ragione, di apprezzare i progressi dei documentari interattivi, la fruibilità delle TED talks, il coinvolgimento stimolato dalle piattaforme che usano la pervasività ludica della ‘gamification’, solo per fare alcuni esempi. Di contro, non crediamo che tutta la tecnologia, per il fatto di essere nuova di pacca, sia necessariamente aggiuntiva. Alcune aggiunte sono piuttosto delle invarianti. Questo è quanto mai vero nel campo delle applications per smartphone e tablet, un opificio digitale in grado di immettere negli store virtuali milioni di nuovi software e di aggiornare continuamente quelli già esistenti. Per dare un’idea immediata della portata di un fenomeno al quale più o meno tutti contribuiamo, si consideri che da AppStore (il ‘negozio’ di applications di Apple) vengono scaricate circa 800 app al secondo, esistenti in media sul mercato da non più di una settimana. 800 app al secondo, non al minuto. Al minuto fanno circa 50.000. In un giorno circa 70 milioni. Che vanno sommate ai download da Playstore Android e Market Windows. In totale molto più di 100 milioni.
In un simile contesto, la novità in termini assoluti – de facto – non esiste. Invecchia con l’atto di nascita (sfiorita anche da tanti rumori di fondo prodotti senza misura). Però esiste una novità relativa – eccome - che fa di un’application un precedente abbastanza longevo per funzionare come benchmark per quelle che nasceranno dopo.
Per rimanere nelle nostre stanze, quelle della comunicazione ambientale, si trovano nei ‘mercati virtuali’ di cui sopra numerosissime app a tema ambientale. Come nella regola, la gran parte di esse sono niente più che ingombro (lo diciamo chiaramente). Ce ne sono altre, però, ‘vecchie’ anche alcuni mesi, che sfruttano la buona usabilità dei loro software e quell’idea di novità relativa appena citata, la quale, se non è per forza tecnologica, è perlomeno misurabile nel tipo di ‘consumo’ a cui si presta e nelle ricadute sui comportamenti di chi le usa. Oggi ne suggeriamo alcune. Di tanto in tanto, in altri articoli, ne suggeriremo delle altre.
Per opportunità, dividiamo le app ‘verdi’ nelle tre macro-categorie più utili ad una classificazione: educazione ambientale, intrattenimento e utility. Quest’ultima categoria è quella che “tira” di più, perché sfrutta in numerosissime occorrenze quel concetto di “gamification” appena accennato sopra, attraverso il quale si trasforma la sostenibilità ambientale in una serie di vere e proprie sfide di difficoltà variabile o si ricreano situazioni e comportamenti personali (es. quanta acqua l’utente consuma in un giorno) con interfacce ludiche.
Informazione ed Educazione ambientale
Pollution è un’app che monitora il livello di inquinamento di 1.380 città nel mondo, indicando la vicinanza di fonti inquinanti e il loro impatto sul suolo, sull’acqua, sull’aria. Fornisce mappe interattive, aggiornamenti real time dalle celle di monitoraggio, l’opzione per la geolocalizzazione e l’accesso automatico ai dati relativi alle fonti inquinanti più prossime.
Skeptical Science è pensata per gli ‘scettici del riscaldamento globale’. Offre dati e ricerche a supporto dell’evidenza che il riscaldamento globale esiste ed è misurabile. Ha alle spalle un sito tradotto in ben 15 lingue da cui vengono estratti i contenuti.
Good Guide è un’app che, attraverso la lettura del codice a barre di oltre 170.000 prodotti, è in grado di rivelare se questi prodotti sono sostenibili, sia a livello sociale che ambientale. È possibile personalizzare la propria guida in base alle informazioni che si preferisce avere, a scelta tra valori nutrizionali, provenienza e tracciabilità degli ingredienti, test su animali, diritti umani, impronte ambientali, efficienza energetica ed altre ancora. È un’app pensata per garantire trasparenza agli acquisti.
Virtual Water rivela quanta acqua è necessaria per la produzione di alimenti e bevande che consumiamo abitualmente. Quest’acqua è definita ‘virtuale’ proprio perché apparentemente non lascia traccia e del suo utilizzo (e spreco) non si parla mai. Eppure viene utilizzata, in proporzioni inimmaginabili, per portare una bistecca o un’insalata sulle nostre tavole. Numerose infografiche, molto ben fatte, spiegano questo fenomeno invisibile ed invita a comportamenti alimentari più consapevoli e sostenibili.
Sustainable Fish City è un’app che fornisce indicazioni utili sulle specie ittiche a rischio a causa di pesca intensiva da parte dell’uomo. Chi la usa può condividerne le informazioni, attraverso un sistema di invio dati, con ristoranti o supermercati.
Intrattenimento
Zoe va controcorrente è nato per iniziativa della Commissione Europea. È un racconto digitale interattivo per i bambini dai 7 agli 11 anni utile a comprendere il valore dell’acqua, conoscere il ciclo idrologico e il trattamento delle acque. I protagonisti della storia sono due bambini curiosi che scoprono l’importanza dell’acqua nella società sotto la guida di un saggio principe Ranocchio, il quale li mette anche in guardia dalle conseguenze dell’inquinamento dell’acqua e mostra loro come evitarlo. Divertenti animazioni ed elementi interattivi si alternano a parti più serie a valenza didattica.
EcoChallenge è un progetto sviluppato da alcuni ricercatori dell’Università di Potsdam, in Germania. È un vero e proprio gioco nel quale ci si confronta con i propri amici sulle pratiche virtuose giornaliere. Pensato per chi si avvicina (anche in punta di piedi) ad uno stile di vita sostenibile. Molto ben fatto.
Green Apes è la jungla degli stili di vita sostenibili. Le buone condotte regalano bonus (noccioline) e fanno scalare le classifiche.
Utility
Io riciclo è una guida alla raccolta differenziata, nella quale sono elencati in ordine alfabetico 212 rifiuti domestici più comuni con il loro bidone di appartenenza.
We-Du Decoro Urbano è un’app pensata per la cittadinanza attiva, un filo diretto tra cittadini e amministrazioni pubbliche. Consente di segnalare rifiuti abbandonati, buche sul manto stradale, affissioni abusive, atti di vandalismo, incuria nelle zone verdi. Allo stesso tempo consente di segnalare le buone pratiche. Dall’app e dal sito è possibile consultare tutte le segnalazioni in zona. Un progetto davvero fatto bene.
Mappe del consumo sostenibile è l’iniziativa sviluppata da ERVET per conto della Regione Emilia Romagna che permette di trovare i luoghi dove comprare prodotti ‘ecologici’ nella regione. Sono mappati oltre 1.600 punti. Ogni ricerca permette di vedere la posizione su una mappa e calcolare il percorso.
Commute Greener consente di calcolare le impronte ambientali dell’utente. Il meccanismo è proprio della ‘gamification’: l’utente stabilisce un obiettivo misurabile (la riduzione di C02) e, attraverso l’adozione di buone pratiche quotidiane, può verificare i progressi verso l’obiettivo. I risultati e le esperienze possono essere condivisi con la community online.