Informazioni per genitori e docenti sull' INVALSI (2015)

Creato il 04 maggio 2015 da Pedagogika2
Come sempre, vedo, che in molti arrivano al blog in cerca di informazioni sui test Invalsi, ecco una breve sintesi storico-economica ed i motivi del NO alla scuola dei quiz. Partiamo da un breve riepilogo da dove derivano e come sono nate le invalsi.I primi centri didattici nazionali, nascono intorno agli anni ’50-’60. Molti di questi centri didattici nazionali avevano un carattere promozionale e propagandistico in cui il Ministro di turno poteva collocare i suoi amici fidati e collaboratori. Il CEE (Centro Europeo per l’Educazione) cambierà poi la sigla in CEDE nel 1974, mantenendo un’attività classica di ricerca nei test (tra: matematica, scienze, comprensione della lettura, letteratura, educazione civica, francese, inglese). Inizia a delinearsi allora il concetto di autonomia scolastica, che piano piano ha creato le INVALSI come le conosciamo ora, come metodo interno alla scuola per valutare le competenze degli studenti.L’intervento legislativo più forte riguardo queste prove è stata la legge che nel 2007 le ha rese obbligatorie per l’esame di terza media, poi negli anni per legge hanno acquistato sempre più peso nella votazione finale.Dicono delle invalsi il 4 Dicembre 2008: «Nei primi anni di sperimentazione, è necessario che il Ministro dell’Istruzione annunci in modo chiaro e autorevole che i risultati di queste prove, presi da soli, non costituiscono elemento di valutazione delle scuole con conseguenze retributive o di budget, fino a che il sistema non sia portato a pieno regime. Questo affinché tutti gli operatori interessati abbiano tempo di capirne il funzionamento, verificarne l’affidabilità e suggerire le necessarie modifiche migliorative». Dopo la fase di sperimentazione, il Ministero deciderà se collegare i risultati della valutazione a misure di natura premiante o penalizzante per i budget delle singole scuole.La legge Brunetta nel 2009 inserisce la differenziazione degli stipendi in base alla performance individuale: gli studenti di un certo insegnante che, in percentuale, avranno ottenuto i maggiori risultati, garantiranno a questo un salario accessorio in base alla migliore fascia di merito. Questo metodo ha  portato a fenomeni che conosciamo: professori che da mesi prima delle prove iniziano a preparare gli studenti a rispondere secondo le modalità di questi test, spesso interrompendo il programma.Nel 2010 poi la Gelmini da il via a una serie di sperimentazioni valutando prima, su base volontaria, una serie di docenti, poi alcune classi di scuole medie. Inizia qui a misurarsi con i primi problemi, a Torino le 20 scuole che dovevano essere volontarie non si trovano, la domanda viene allargata alla provincia e poi a tutta la Regione: solo 8 scuole partecipano, mentre a Pisa tutte rifiutano e a Napoli 143. Nel resto dell’Italia vengono sistematicamente rifiutate, avvengono  incontri tra MIUR e OO.SS. (Organizzazioni Sindacali) che portano a un NO al Decreto applicativo di Brunetta. Nello stesso anno una Nota sancisce queste prove come obbligatorie in determinate classi (riguardo le note un decreto della Cassazione, tra l’altro, aveva sancito che hanno una natura meramente di pubblica amministrazione e che esprimono esclusivamente un parere).
Perché vanno boicottati.Le invalsi si propongono di valutare le competenze degli studenti, ma non è ancora chiaro a nessuno quali siano le competenze richieste valide per tutti. Si può davvero pensare che così tanti studenti e di conseguenza così tanti professori diversi, possano essere valutati con gli stessi criteri? Non risulterebbe una sorta di generalizzazione dell’apprendimento che non tiene conto dei diversi programmi svolti, delle situazioni personali, scolastiche, di provenienza e sociali? Secondo noi sì.Grazie a queste prove, è anche fiorito un ricco business di  libri, libretti e istruzioni per l’uso, cartacee e online, come se studiando per queste prove si diventasse più preparati. Ma chi sono poi questi esperti che preparano i test? Sono professori dei diversi ordinamenti scolastici, ma sembra che insegnino in scuole senza problemi da dieci alunni per classe. In una scuola normale ogni ragazzo e ragazza hanno situazioni totalmente diverse e quello che gli insegnanti dovrebbero fare è aiutarli a imparare a ragionare sui concetti, sui problemi che si trovano ad affrontare. In un test così lungo in rapporto al tempo in cui si fa, con testi lunghi e difficili da comprendere e commentare senza un contesto, con quesiti di matematica magari neanche svolti nel programma, com’è possibile valutare gli insegnanti più preparati?Queste prove non sono state pensate in funzione di dare un aiuto alle situazioni più difficili, alle scuole o agli alunni che presentano più problemi e quindi hanno più bisogno. Sembra sempre più chiaro come servano solamente a punire i più deboli, togliendo ancora più risorse e indirizzandole a chi già ha ottenuto buoni risultati. E’ chiaramente uno dei modi per giustificare la vasta quantità di tagli cui la scuola pubblica è vessata da anni: le risorse vengono così investite in una minoranza di istituti che verranno contrassegnati come i “migliori”. Torna sempre spontanea la domanda: migliori secondo quali criteri? Inoltre, se si parla di formazione, e la scuola si propone la "formazione dell'uomo e del cittadino", non si capisce come dei test di velocità sulla letto scrittura e le competenze matematiche possano dirmi quanto una "persona" è uomo e cittadino. Ancora, gli studenti non sono, come avevo già detto citando non mi ricordo chi, saponette quindi i risultati della formazione vanno visti sul lungo periodo, non sono neppure "vasi da riempire" e, quindi, non si capisce come ad un determinato numero di informazioni date da un certo insegnante, debbano derivare un uguale numero di conoscenze degli alunni. Gli alunni, sono persone e come tali sono tutte, e dico, tutte diverse (in senso positivo), le variabili dell'educazione sono infinite e non sempre quantificabili, i test sviliscono la componente personale degli alunni, la creatività ed il bisogno di determinati tempi. A mio parere misura solo, il tempo di velocità dell'esecuzione dei test, ma se ad una certa età può essere indice di competenza non può esserlo, però, nelle fasi iniziali della formazione poiché mancano le basi, o come direbbe il Miur "gli alfabeti", dato che la scuola primaria è scuola di alfabetizzazione e non di specializzazione.
Come boicottarle:
  • I docenti non sono obbligati a sottoporre ai ragazzi le prove, che comunque inizialmente devono essere accettate dal Collegio Docenti. Le Invalsi non sono obbligatorie per legge! Esistono anche i professori che minacciano di dare un brutto voto, se le boicottate, però anche nel manuale di aiuto al docente somministratore delle invalsi viene chiesto di non copiare proprio perché la prova non dovrebbe essere soggetta a voto sul registro.
  • Su ogni scheda c’è un codice che identifica l’alunno, va staccata. Ogni anno le invalsi pretendono di essere considerate anonime, mentre sul codice che viene apposto sulle prove, viene segnalato il numero di registro dello studente o della studentessa che sono così facilmente identificabili. Un buonissimo metodo per boicottarle è staccare il codice e consegnare alla fine dell’ora tutte le prove della classe insieme e mescolate, di modo che non siano riconducibili a nessuno.
  • I genitori non devono firmare nessuna liberatoria riguardante le prove. Prima delle prove ai genitori viene chiesto di firmare un modulo relativo alla privacy di queste prove. Essi hanno la possibilità pertanto di rifiutarsi e quindi di non permettere alla scuola di somministrare al proprio figlio o figlia le prove.

  • Cheating (copiatura) mi ricollego al primo punto: Il Miur dice "Correggiamo i punteggi dei singoli studenti.
    Restituiamo alle scuole i dati al netto del cheating. Non restituiamo i dati delle classi con un indice di propensione al cheating superiore a 0,50. Tali classi non entrano nel computo del punteggio medio di scuola.
    Laddove eliminiamo più del 50% delle classi dell’istituto, non viene restituita nemmeno la media di scuola che non sarebbe più rappresentativa poiché individuata con il punteggio di poche classi."
Quindi la soluzione, ultima, è diamo risposte nulle, errate, scriviamo frasi insignificanti, non rispondiamo affatto. In questi casi il cheating (livello di copiatura o risposte nulle) supererà il  tasso 0,50 della classe e nei casi migliori il 50% della scuola e, quindi, la scuola non verrà presa in considerazione. http://www.invalsi.it/invalsi/documenti/doc_valutare/01_Breve_Storia_Invalsi.pdf
http://www.invalsi.it/invalsi/ri/sis/documenti/022013/falzetti.pdf

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