Magazine Diario personale

Infortunio

Creato il 23 novembre 2011 da Povna @povna

Corto Maltese è stato assente da scuola per quasi dieci giorni. E’ caduto allettato di ritorno dall’ultimo pomeriggio di inglese con la ‘povna, con 39 e più di febbre. Chiamato al suo capezzale prontamente, il dottore ha sciolto la prevedibile riserva: “tonsillite purulenta: cortisone, letto, riposo, niente fumo e amoxicillina”. Sera dopo sera, Corto ha aggiornato la ‘povna per via telematica. Lei, dal canto suo – oltre a cercare di sollevargli, come poteva, il morale sotto i tacchi – gli ha fornito, su richiesta, chiacchierate, conversazione brillante, letture di intrattenimento e link a film. Questo, fino alla fine della settimana scorsa. Poi, più niente. La ‘povna, lo ammette, un pochino si è stupita del silenzio; quindi – immersa in una trama che ha ricominciato a correre troppo velocemente, e pure lei in un raffreddore influenzale che la metà basta – negli ultimi giorni ha mollato la presa, si è accasciata sul letto e ha lasciato stare.
Il lunedì la ‘povna e Corto si reincontrano, al volo, sulla porta del cesso.
“Corto, come stai? Sei scomparso dall’etere!”
“Io benino, ma mi si è tappato un orecchio. Lei, piuttosto, però, mi sembra un po’ conciata male”.
La conversazione, rapida per necessità, si è protratta quel tanto che bastava a prendere accordi per la lezione imminente, ma non era il solito Corto e alla ‘povna, pur ottusa dal mare di moccio, è sembrato di intuire che qualcosa non andava.
“Invecchi” – si è detta però scuotendo le spalle – “è tutto a posto; si è solo dimenticato di scriverti, e ora aveva fretta: lascia stare”.
La sonora smentita alla sua professione di buon senso arriva, telematica, durante il pomeriggio. Sono solo due parole: “timpano rotto”. Ne seguono, prevedibilmente, migliaia di altre. Ma la verità è che la ‘povna non ne conosce nemmeno una che possa bastare.
Si salutano, dopo la conversazione più difficile da cinque anni a questa parte, con l’accordo di vedersi regolarmente per il loro inglese settimanale, come se nulla fosse. Ma la ‘povna resta preoccupata. Molto. E – con il rispetto di sempre – vorrebbe mandare un sonoro vaffanculo allo sceneggiatore.


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