Infuria l’uragano Perri: spennati i cremonesi, aliquote retroattive, scuole materne a peso d’oro, mazzate sugli automobilisti, case prese d’assalto, Imu e Irpef da paura

Creato il 06 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Umiliati gli enti locali da vent’anni di berlusconismo. I fantasmi del passato si ripercuotono contro chi amministra e governa e nessuno si salva. Tutti ci rimettono, soprattutto il ceto medio basso, che continuamente vede aumentare il costo della vita e diminuire le possibilità di lavoro e il potere d’acquisto. Chi un tempo sperava che gli enti locali, con un residuo d’autonomia, si salvassero dal flagello delle politiche europee viene dolorosamente smentito.

Il fallimento del centrodestra trova un simbolo indiscutibile nell’aumento delle tasse locali. La giunta Perri come previsto negli ultimi giorni ha aumentato l’Imu sulla prima casa allo 0,5%, ma anche sulla seconda casa allo 0,93%. L’addizionale Irpef è addirittura quasi raddoppiata passando dallo 0,35% allo 0,65%. Oltretutto l’addizionale è retroattiva, decorrerà dal primo gennaio di quest’anno, non dall’anno prossimo.

Mazzate anche sulle tariffe dei servizi a domanda individuale: palestre, campi da calcio, piscine, impianti sportivi in generale. Carovita addirittura per i bambini: più 10% le rette delle scuole d’infanzia per il prossimo anno scolastico. Non si salva nessuno, men che meno gli automobilisti, che da settembre dovranno pagare i permessi di sosta e transito nelle aree ztl.

Un fallimento che significa d’altra parte una scelta decisa: se la giunta Perri osa stangare così i contribuenti avrà pure un programma per gratificarli. Ma come? E quando? Negli ultimi due anni di mandato i cremonesi saranno resi beati dalle mirabilie dell’amministrazione cittadina?

Purtroppo è l’effetto del berlusconismo e delle strane leggi che da anni e anni punisco l’autonomia degli enti locali. Le ha volute proprio la Lega in nome del federalismo, diventato uno strumento a doppio taglio. Il Comune incassa ma verserà gran parte dei soldi a Roma.

Le scelte più antipopolari si materializzano, concretizzando un trend negativo per la finanza locale che dura da anni e anni. I furiosi tagli di Berlusconi e Tremonti trovano in Monti un nuovo interprete.

E’ una sconfitta di una parte politica, ma non vince nessuno.

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