L’Antitrust sanziona Eni per aver messo in atto pratiche commerciali scorrette
Eni è stata sanzionata dall’Antitrust per aver messo in atto, con la campagna pubblicitaria relativa all’offerta “Eni 3″, una pratica commerciale scorretta. In una nota ufficiale l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato scrive che «gli spot andati in onda sulle principali emittenti televisive nel periodo novembre – dicembre 2012, che promuovevano l’offerta dedicata alle tariffe gas, luce e carburante, erano ambigui, omissivi e in grado di falsare in misura apprezzabile le scelte dei consumatori, i quali, pertanto, non erano messi in grado di assumere una decisione consapevole sulla convenienza della proposta Eni».
Eni ha opposto difesa alle accuse tentando di dimostrare statisticamente l’irrilevanza del fuorviante messaggio ai clienti. Secondo il gruppo energetico «da indagini di mercato risulta che su circa 800 clienti che hanno aderito all’offerta il messaggio è stato integralmente e correttamente decodificato dai 2/3 degli intervistati». Eni, gruppo che, segnala l’Authority, nel 2011 ha fatturato 109 miliardi di €, rende noto che «nel 2012 le vendite di energia elettrica (42,58 TWh) sono state destinate ai clienti del mercato libero (75%), Borsa elettrica (14%), siti industriali (8%) e altro (3%). L’aumento del 5,7% rispetto al 2011 è dovuto all’incremento del portafoglio clienti per effetto delle efficaci politiche di marketing intraprese».
Sul punto la stessa Antitrust ha rilevato che «il campione non può essere considerato rappresentativo trattandosi di consumatori già iscritti al programma fedeltà Eni per i quali, pertanto, la promozione è già conosciuta. Inoltre il fatto che un terzo dei consumatori intervistati non abbia capito l’offerta non è un dato marginale». La difesa statistica di Eni, perciò, non ha migliorato le cose. Anzi ha generato il dubbio che la “disattenzione” abbia mosso una non piccola parte del mercato.
Lo scrive l’Antitrust: «Considerato che Eni è il principale operatore nella distribuzione del gas e autore di varie campagne commerciali, dovrebbe, in base ai principi minimi di buona fede e correttezza, assicurare ai consumatori non solo un’informazione completa, esaustiva e veritiera in merito alle reali caratteristiche e ai costi dell’offerta pubblicizzata ma anche una sua corretta e completa presentazione».
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