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Ingegneri nel “Nuovo Mondo” della Silicon Valley

Creato il 04 novembre 2013 da Fugadeitalenti

In questi dodici anni negli Stati Uniti, ho avuto svariate volte l’idea di cambiare aria, ma l’Italia non è mai stata una delle possibili candidate. Le esperienze dei miei conoscenti rimasti a casa vanno da stage non retribuiti, a dottorati di ricerca dove sono stati ritenuti degli “impicci”, considerati vecchi a 30 anni… e contemporaneamente “troppo giovani” per avere responsabilità, o troppo qualificati per la posizione“: Giovanni Bresin, ingegnere del software 37enne, descrive così -con poche parole- il potenziale attrattivo dell’Italia per i nostri migliori talenti all’estero. Nullo. O quasi.

Eppure Giovanni rappresenta una delle nostre punte di diamante nella “Mecca Tecnologica” della Silicon Valley: una laurea in Ingegneria Elettronica alle spalle, fin dagli ultimi mesi decide di partecipare attivamente al processo produttivo, entrando in una multinazionale della microelettronica per redigere la tesi. La sede è nel milanese: quando si laurea, con sua grande sorpresa, si vede offrire la possibilità di rimanere… ma a zero euro! “Trovai la cosa ridicola, se non offensiva: lavorare gratis a Milano per un’azienda da 50-60 mila dipendenti?!?“, riflette ora Giovanni con amarezza.

Scarta così un’offerta di lavoro in Germania, per imbarcarsi verso la terra dei sogni di ogni giovane professionista con la passione della tecnologia: la Silicon Valley. Gli basta un colloquio telefonico per approdare alla LSI Logic. Il primo impatto non è semplicissimo: Giovanni arriva a un solo mese di distanza dall’11 settembre, ferita ancora apertissima in un’America impaurita dall’incubo terrorismo. Ma le difficoltà durano lo spazio di un attimo: il primo anno vola, letteralmente, grazie a un lavoro “affascinante”. “Nonostante fossi alle prime armi, sviluppavo parti critiche del prodotto con responsabilità ed interazione diretta con clienti come LG o JVC e fornitori. In Italia invece, tipicamente, mostravo quello che avevo fatto al capo, che poi lo mostrava agli altri. Chiedevo in azienda strumentazione da migliaia di dollari e me la compravano subito…mi sembrava di essere a Disneyland!“, ricorda Giovanni.

Gli anni successivi rappresentano una scalata verso il successo: Giovanni passa dalla Lsi alla Cisco, per poi approdare nell’azienda “cult” di ogni giovane italiano. La Apple di Steve Jobs, dove resta due anni, lavorando su IPad e Ipod Touch. E assorbendo buona parte della filosofia aziendale che ha reso la “mela morsicata” un simbolo mondiale.

Nel 2011 avviene quello che potrebbe sembrare -a tutti gli effetti- un colpo di testa: Giovanni lascia la Apple e va a lavorare, insieme a un suo ex-capo, a un nuovo progetto, quello di un termostato ultratecnologico. Una piccola start-up formata da ex-dirigenti Apple, che nasce -come nelle migliori “favole made in Silicon Valley”- in un garage. Due anni dopo il progetto va a gonfie vele: Nest Labs occupa ora due edifici a Palo Alto.

Ospite della puntata è Andrea Mucignat, collega di Giovanni, anche lui al lavoro a Nest Labs, come ingegnere di sistema. Anch’egli friulano di origine, Andrea -a differenza di Giovanni- approda in Silicon Valley già prima della laurea, per poi rientrare in Italia e lavorare prma come assegnista di ricerca al Politecnico di Milano, poi come ingegnere del software in una multinazionale tedesca. Nel 2004 il ritorno in California: la strada con Giovanni, amico di vecchia data, si ricongiunge. Con Andrea affrontiamo più nel dettaglio le differenze lavorative tra Italia e Usa, nel settore tecnologico.

Nella rubrica “Expats” torna lo spazio “Andata e Ritorno”, con Aldo Mencaraglia e Lorenzo Pompei. Aldo ci spiega come superare il problema dei visti, per poter lavorare nei Paesi extra-UE, mentre Lorenzo si occupa delle opportunità di rientro in Italia per fondare start-up innovative (tema della puntata odierna).

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La discussione di novembre: “Di fronte al rischio declino l’Italia rivuole i suoi talenti ora all’estero – o dice di rivolerli. Le mosse degli ultimi due Governi vi convincono? Cosa fare di più? Cosa chiedete -in tre, concreti punti- al sistema-Italia, per tornare?”

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Alla prossima puntata: sabato 9 novembre, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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