Dieci anni dopo Greta Garbo (nata il 18 settembre 1905), Stoccolma partorì un’altra grande attrice, stavolta dall’apparenza meno algida, non altrettanto ossessionata dallo scorrere del tempo e, soprattutto, ancor più cosmopolita. Era Ingrid Bergman, incomparabile interprete del mondo femminile e del mondo tout court, dal Nord estremo della Svezia al Sud infuocato di Stromboli. Figlia di un pittore e fotografo, Justus Samuel Bergman, Ingrid imparò a conoscere sin da piccola il segreto dell’immagine e della rappresentazione, seguendo il genitore nel suo lavoro, diventando essa stessa un modello per l’obiettivo paterno. Venne poi l’incontro con il teatro e l’ingresso a 19 anni alla Kungliga Dramatiska Teatern or Dramaten, la scuola del Reale Teatro Drammatico a Stoccolma. Pur avendo partecipato diciassettenne a un film, Landskamp di Gunnar Skoglund, Ingrid Bergman ebbe bisogno della scuola teatrale per perfezionarsi e tornare ventenne davanti la macchina da presa per una piccola parte in Munkbrogreven, diretta da Edvin Adolphson. Gustaf Molander, regista di origini finlandesi, notò questa giovane promettente attrice, con lei girò sei pellicole, tra cui Intermezzo, film che permise alla Bergman di farsi conoscere al di fuori dei confini svedesi e iniziare una carriera strepitosa a Hollywood. Fu proprio il rifacimento di Intermezzo del 1939 il primo dei suoi grandi successi in terra americana, cui seguirono nel 1941 Dr. Jekyll and Mr. Hyde, e soprattutto Casablanca, girato nel 1942 ed entrato di diritto tra le pellicole più famose d’ogni tempo. Già candidata all’Oscar nel 1944 come attrice protagonista di For Whom the Bell Tolls, Ingrid Bergman vinse l’anno seguente la statuetta nella stessa categoria per il thriller di George Cukor Gaslight. Finora i registi fondamentali per l’attrice svedese erano stati Victor Fleming e Alfred Hitchcock, poi, come spettatrice, ci fu la scoperta del nuovo cinema europeo, del neorealismo di Roberto Rossellini. In una lettera del 1949 divenuta famosa la Bergman si rivolse al regista italiano:
Caro Signor Rossellini,
ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla inglese molto bene, che non ha dimenticato il suo tedesco, non si fa quasi capire in francese, e in italiano sa dire solo ‘ti amo’, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei.
Ingrid Bergman
