Non ho mai conosciuto vite complicate come quel coacervo di situazioni assurde che ci fanno passare come la normalità nelle storie dei romanzi o nei film e nelle fiction alla tv. Il chirurgo che lavora trenta ore al giorno e si è separato e ha la storia con la dottoressa per la quale i suoi figli vanno matti ma ha il padre malato di cancro e poi la ex moglie resta paralizzata e lui si trova di fronte a un bivio perché lo stress gli fa anche sbagliare un’operazione e una giovane promessa del basket va in coma e il vicino tossicodipendente lascia il gas acceso e gli esplode la casa e i gatti vengono dati per dispersi ma un’orfanella li trova e lui decide di adottarla prima di scoprire che è sieropositiva. Tutto nel giro di tre o quattro episodi. In genere la gente evita di cacciarsi nei guai e lo fa con un passo indietro al momento opportuno perché se sei fabbro del tuo destino non c’è crisi che tenga, lavoro ce n’è sempre e la bottega potresti tenerla aperta anche 24×7. Ed è facile riconoscere chi sfrutta i momenti di pausa per mettere ordine nella propria vita come si fa con la casella di posta, una cartella per ogni progetto, ogni mittente o segmenti cronologici più o meno ampi. Manca solo il coach che, mentre stai nel tuo angolo a riprenderti dalle fatiche del round appena terminato, ti spalma di sostanze cicatrizzanti e ti massaggia gli strappi più fastidiosi. Ma l’avversario si presenta sempre uno per volta, il fair play dell’ignoto nei nostri confronti è uno dei grandi compromessi della modernità come i guinzagli per cani regolabili o l’elastam. Non siamo protagonisti di un bel niente se non della trama che ci inventiamo la notte per il giorno dopo, e in caso di gravità è sufficiente mettere le quattro frecce e accostare, rispondere alla telefonata in arrivo lanciando il proprio telefono Nokia cassa-da-morto vecchio modello sul cruscotto con il vivavoce attivato e capire che succede, sempre che vi sia copertura in quel tratto di strada. Quelli più duri dicono che non esistono urgenze, semmai qualche imprevisto. Quelli con resistenza standard si coricano appena possibile e ci pensano solo al risveglio.
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