In quest'ultima domenica di agosto Sfogliando è decisamente ricco di sorprese: finisce un'iniziativa (quella sulle stelle cadenti) e ne inizia subito un'altra!Perchè "Parole sul blog"? Beh, questo post vuole ispirarsi a un libro che ho finito di leggere giusto ieri e che ho decisamente apprezzato (a breve la recensione). Mi riferisco a "Parole sulla sabbia" di Ellen Block, romanzo pubblicato proprio in questi giorni dalla casa editrice Corbaccio.Qui di seguito mi limito a riportarvi la scheda del libro, mentre per ulteriori dettagli vi rimando all'anteprima, postata qualche settimana fa.
Titolo: Parole sulla sabbia
Autore: Ellen Block
Editore: Corbaccio
Data uscita: 25 agosto 2011
Pagine: 326
Prezzo: 16,60 euro
Isola, s.f., terra circondata dall’acqua. Abigail abbandona Boston e il suo lavoro di compilatrice di dizionari per fuggire dalla terribile tragedia che l’ha colpita, dal ricordo della famiglia che ha perduto.Faro, s.m. torre dotata di una forte luce per guidare i naviganti di notte. Abigail affitta un faro a Chapel Island al largo del North Carolina dove il marito trascorreva le estati da bambino. In realtà è un rudere dove accadono cose misteriose.Estraneità, s.f., mancanza di rapporto con le cose o con le persone. La piccola e stravagante comunità di Chaple Island accoglie la nuova presenza dapprima con sospetto e malcelata ostilità.Parola, s.f., facoltà di parlare e farsi comprendere. Ma a mano a mano che il tempo passa, gli abitanti di Chapel Island si affezionano ad Abigail e le raccontano le proprie storie.Fortuna, s.f., la forza che opera per il bene o per il male nella vita di una persona, modellando gli avvenimenti, le circostanze, le opportunità. Arrivata da turista, forse Abigail riuscirà a sentirsi parte di una comunità che la accetta aiutandola a guarire dal proprio dolore…Si tratta senza ombra di dubbio di un romanzo molto particolare, dove le parole sono le vere protagoniste. Molti sono i vocaboli davvero insoliti che mi sono ritrovata a leggere: di alcuni conoscevo comunque il significato, altri li ho veramente incontrati - o forse è meglio dire letti - per la prima volta in assoluto.Così, quasi per sfizio, ho iniziato a trascrivere su un foglio tutti i termini a mio avviso rari, vuoi perchè troppo specifici o perchè semplicemente poco usati. E non si tratta solo di conoscere una parola o meno, ma di saperla usare (non è facile inserire certi vocaboli nel testo di un racconto, spesso si finisce - purtroppo - per utilizzare sempre la solita manciata di aggettivi, avverbi, sostantivi e via dicendo)Il riquadro qui sotto mostra la mia piccola collezione di parole:
Vuoi la "forma" della trama, che presenta una struttura davvero singolare, vuoi che la protagonista del racconto è una lessicografa, vuoi la mia fissa per le parole, tanto da ritrovarmi ad annotare a parte quelle "strane"... Alla fine non ho saputo resistere alla tentazione di proporvi un nuovo giochino legato a Puntometro!L'iniziativa consiste nel proporre tre vocaboli (preferibilmente un sostantivo, un aggettivo e un verbo) che mai avete trovato nelle vostre letture e che difficilmente pensate di trovare in futuro. Agguantate il dizionario della lingua italiana che avete in casa (no, non ci credo che non ne avete uno cartaceo), apritelo in un punto a caso e passate a setaccio le pagine successive alla ricerca di un termine che catturi la vostra attenzione. Ripetete l'operazione per altre due volte, così da ottenere in totale tre diverse parole. I requisiti? Dovranno essere il più bizzarre possibili, mai lette prima. E, se ne ignoravate sia l'esistenza che il significato... Beh, tanto meglio, no?A quel punto riportatele qui sul blog lasciando un commento a questo post, nella stessa forma - o simile, almeno - in cui li trovate sul dizionario (così come è stato fatto per la trama del libro, per intenderci)... Ed il gioco è fatto!Comincio io, riportandovi qui sotto i miei tre termini. Avete due settimane di tempo per partecipare, ovvero fino a domenca 11 settembre compresa!
Che dire, se non... Buon vocabolario a tutti!
mùffola, s.f. 1. guanto a sacchetto senza divisioni per le dita o con il solo dito pollice indipendente 2. (tecn.) involucro di materiale refrattario che, all'interno di speciali forni, serve a contenere sostanze che non devono stare a diretto contatto col combustibile: forno a – ¶ Dal fr. moufle, e questo dal lat. mediev. muffula "guanto, manicotto", prob. di origine germ.
epidìttico, agg. [pl.m. -ci] che serve a dimostrare, a esporre: nell'antica retorica si diceva di un genere di eloquenza usato spec. negli elogi funebri pubblici ¶ Dal lat. epidīctĭcus, dal gr. epideiktikós, deriv. di epideiknỳnai "dimostrare".
smagare, v.tr. [io smago, tu smaghi, ecc.] (ant. lett.) indebolire, far smarrire, turbare fortemente: quasi com'uom cui troppa voglia smaga (DANTE, Par. III v. 36) || smagarsi, v.intr.pron. distogliersi, distrarsi, allontanarsi: che 'n voi servir l'ha 'mpronto onne pensero: | tosto fu vostro, e mai non s'è smagato (DANTEV.N. XII I' voi che tu ritrovi Amore vv. 27-28) ¶ Lat. tardo *exmagare "perdere le forze", che deriva dal germ. *magan "aver forza".