Sono anni, ormai, che sentiamo parlare del problema precariato e, allo stesso modo, sono anni che il politico di turno (tecnico e non) propone la sua soluzione, più o meno campata per aria. Giustissimo cercare di risolvere la questione del lavoro precario, il problema è che, il più delle volte, questa soluzione ci viene proposta da gente che non ha la più pallida idea del fenomeno. La nostra classe dirigente, ormai da tempo, ha perso il contatto con la società civile. Solo così si spiegano quei geni che si meravigliano se qualcuno non fa vacanze in yacht o che definiscono sfigati quelli che guadagnano 500 € al mese (cifra da sogno, per molti stagisti). Bene, per far meglio conoscere il problema a questi signori, segnaliamo un paio di iniziative interessanti.
Qual è il lavoro dei vostri sogni? Quali sono le vostre speranze per il futuro? Quali sono le vostre esperienze di lavoro precario? Sono alcune delle tante domande che fanno parte di storieprecarie.it, il sito, nato su iniziativa della CGIL e del settimanale Internazionale, che ha lo scopo di raccogliere dati e storie dal mondo dei precari. Il questionario, online e attivo dal 1 maggio al 20 giugno di quest'anno, contiene 42 domande in totale, redatte dai sociologi dell'Università La Sapienza di Roma, e si divide in quattro parti: la prima è descrittiva, in cui il precario può dare risposta libera alle domande (raccontare la sua esperienza di lavoratore precario, che aspettative ha per il futuro e così via); la seconda parte è, invece, dedicata ai dati personali (età, sesso, grado d'istruzione, ecc.); la terza e la quarta parte riguardano più da vicino le esperienze di lavoro (che mansioni hai ricoperto, in che modalità, ecc.). I risultati della ricerca verranno resi noti ad ottobre, durante il festival che la rivista organizza ogni anno (dal 5 al 7 Ottobre a Ferrara).
L'altra iniziativa è La Meglio Gioventù, il 26 maggio a Roma, l'associazione Il nostro tempo è adesso organizza una manifestazione per protestare contro la riforma del lavoro e per presentare le proprie idee anti-precariato: investimenti nella ricerca e nel sistema scolastico; welfare finanziato dal fisco generale (tasse di tutti) e patrimoniale (tasse ai più ricchi); equo compenso; diritto alla maternità/paternità e alla malattia; abolizione dei contratti precari; reddito minimo. Tutte proposte di cui il ministro Fornero dovrebbe prendere nota, se vuole fare una vera riforma per (parole sue) abbattere il muro tra tutelati e precari, garantendo diritti a tutti i lavoratori, uomini e donne, giovani e non giovani.
Sarebbe, anzi, fantastico se i nostri beneamati politici potessero prender parte ad iniziative del genere, non per accaparrarsi voti, ma, finalmente, per prendere piena coscienza dei problemi che il precariato crea alla società civile e al Paese.