Iniziato l’adc di MPS
Nessun titolo in rialzo sul nostro indice principale, i cali maggiori hanno riguardato Finmeccanica, Unicredit, Fiat, Ubi Banca, Saipem, Bper ed Exor.
A subire gli scossoni derivanti dalle notizie in arrivo dalla Grecia e dalla Spagna (ma a mio avviso occorre guardare soprattutto all’esito elettorale in Polonia) è soprattutto la Borsa milanese, il nostro indice di riferimento infatti lascia sul terreno più di due punti percentuali.
L’evidenza maggiore che il “bersaglio” da colpire oggi fosse proprio Piazza Affari la si può evincere dal fatto che nessuno dei 40 titoli che compongono il Ftse Mib (-2,09%) si sia salvato dalle vendite.
Se accade questo (cioè una seduta “All Red”), significa che per gli investitori istituzionali non occorreva molto guardare a ciò che si aveva in mano, bisognava vendere e basta.
Naturalmente gli occhi erano puntati in particolare a Banca MPS nel giorno in cui iniziava l’ennesima operazione di aumento di capitale sociale, il titolo non ha fatto prezzo per tutta la giornata, al fixing questi i valori: prezzo azione 2,14 euro (+11,30% rispetto al prezzo di riferimento di venerdì scorso), prezzo diritto 6,14 euro (-18,4% rispetto al valore teorico dopo la chiusura di venerdì scorso). Ovviamente ciò che interessa maggiormente agli azionisti che vogliono partecipare all’aumento di capitale è l’insieme delle due valutazioni e quindi (dato che i diritti “pesano” di più dell’azione) il calo globale risulta del 12,4%.
Ovviamente per una analisi più approfondita di quanto accaduto e cosa potrà succedere in futuro rimando i miei lettori a successivi articolo “ad hoc” che pubblicherò nei prossimi giorni.
Per il resto occorre sottolineare il pesante calo di Finmeccanica (-4,46%), di Unicredit (-3,18%) e di Fiat Chrysler (-3,06%), le indiscrezioni in arrivo dagli Stati Uniti inducono ad essere prudenti, almeno per il momento, sui titoli del Lingotto, anche Exor (-2,86%) non ha potuto evitare le prese di profitto.
Forti vendite, e non poteva essere altrimenti in una simile giornata, un po’ su tutto il comparto bancario, oltre ad Unicredit hanno lasciato sul terreno più di due punti percentuali anche Ubi Banca (-3,01%), Bper (-2,90%), BpM (-2,58%), Intesa (-2,09%) e Banco Popolare (-2,07%).
Molto male anche il comparto petrolifero, in calo soprattutto Saipem (-2,97%) ed Eni (-2,07%).
Ed infine segnaliamo il calo di Buzzi Unicem (-2,61%) che su questi livelli lo scorso anno aveva ceduto.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro