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Innesti (meglio tardi che mai...)

Da Sfollicolatamente
Io sono sempre quella che arriva in ritardo. Ma non per fare l'egocentrica o la VIP: proprio ho i ritmi lenti.
Da piccola, a quanto pare, fino a due anni non ho parlato ne' camminato decentemente. Andavo a gattoni velocissima, e blateravo nella mia lingua inventata (e mi spazientivo se la gente poi non capiva che Gna' voleva dire "Passami l'acqua che sto a morir di sete!"). E sperimentavo con in congiuntivi ("Tu credessi che io sarebbi scema?", dissi notoriamente una volta al Gufo in un momento di stizzosa frustrazione). Ma di parlare decentemente, o di camminare in posizione Homo Sapens, niente.
Poi ci ho messo 7 anni a finire il dottorato. Si, avete letto bene, SETTE anni. Finalmente ho avuto il coraggio di fare outing. E' che "Non era la mia materia - Ero in un Paese straniero - Ho sempre lavorato perche' non avevo la borsa di studio - La mia relatrice era cattivissima - Sono capitata in un dipartimento di pazzi furiosi - C'e' stata l'invasione delle cavallette - Il gatto mi ha fatto la pipi' sulla tesi - anzi no, mi e' caduta nella vasca da bagno mentre ripassavo (e questa scusa l'ho usata veramente, una volta al liceo)".
Poi per concepire il Picco-Ramarro ci ho messo due Fivet (e due IUI di rodaggio). E questa, si sa, e' storia.
Insomma, io volevo partecipare al fantastico progetto Innestare, lanciato in rete da Stima di Danno, insieme alle creativerrime Pentapata, Owl, Luciebasta, SuSter e tutte le altre meravigliose artiste del web, ma poi sono stata rapita dalla Gnorry-nebulosa e non ce l'ho fatta. Pero' sabato con degli amici ho cercato di provvedere, e questo e' stato il risultato:
Innesti (meglio tardi che mai...)
Innesti (meglio tardi che mai...)
Innesti (meglio tardi che mai...)
Innesti (meglio tardi che mai...)
Li per li mi sembrava una cosa riuscita. Poi ho capito che era notte tarda e non ero proprio lucida lucida, e ho oggi deciso di tornare alla mia location. Allora mi sono presa un po' di tempo da dedicare a questo godurioso progetto, e sono tornata in centro, dove svetta l'opera di Anish Kapoor, lo Sky Mirror
Innesti (meglio tardi che mai...)
Questa volta di giorno, che magari rende un attimo meglio, e capite di cosa si tratti: ovvero trattasi di un disco concavo - o convesso, dipende da quale parte lo si guardi -
  Innesti (meglio tardi che mai...)
- che riflette l'ambiente circostante, nella fattispecie, il teatro Playhouse della ridente cittadina di Robin Hood. Non vi sembra che richiami molto l'idea di un utero? No? Sono io che sono leggermente ossessionata, ultimamente? Beh, a me ricorda un utero, e allora ho pensato di innestare un bel Picco-Ramarro proprio li, alla base dello Sky Utero, nel cuore della Nottingham chic, davanti agli sguardi perplessi di chi sorseggiava pre-dinner drinks in anticipazione dell'ultima versione sperimentalissima (e a quanto pare pallosissima) del Faust.
Innesti (meglio tardi che mai...)
Innesti (meglio tardi che mai...)
Io li ho attaccati con il pongo, uno davanti allo Sky Utero (dalla parte concava)
Innesti (meglio tardi che mai...)
e uno dietro (dalla parte convessa).
Innesti (meglio tardi che mai...)
Speriamo che siano belli caparbi e rimangano li, abbarbicati e irremovibili. Nonostante il vento e le intemperie di questi ultimi tempi britannici.

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