Inps: è in arrivo la "busta arancione"!

Creato il 11 maggio 2012 da Freeskipper
In Svezia i lavoratori ricevono ogni anno la "busta arancione" che contiene informazioni sulla propria situazione previdenziale. In Italia si è cominciato a parlare della questione nel 2009, quando l'allora ministro del welfare, Maurizio Sacconi, aveva ribadito l'importanza di questa pratica importata dall’estero. Nel dettaglio, la busta arancione non è altro che una comunicazione annuale da parte dell'Inps a tutti gli iscritti, con le stime della loro posizione individuale, ovvero lo stato del conto corrente previdenziale, le proiezioni sui tempi di maturazione dei requisiti per il pensionamento e il valore economico dell'assegno. Ora sembra cosa fatta anche qui da noi! La tanto attesa “busta arancione” arriverà finalmente anche ai lavoratori italiani iscritti all'Inps. Lo ha annunciato il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, intervenuto al convegno di apertura della Giornata nazionale della previdenza in corso fino a sabato 12 maggio a Milano. “Per troppo tempo è stato detto che l'Inps non è stato in grado di dare la busta arancione ai suoi 22 milioni di scritti”, ha spiegato Mastrapasqua, “ma il problema è che gli archivi dell'istituto non erano puliti. Oggi abbiamo fatto un'enorme operazione di pulizia e abbiamo sistemato quasi totalmente i nostri database. Adesso stiamo cercando di delineare gli scenari in base ai quali fornire. Quindi ora sono in grado di affermare che l'Inps a brevissimo partirà con la simulazione del calcolo della pensione, al quale si potrà aggiungere anche una stima di quanto si otterrà in più prolungando il tempo di permanenza al lavoro. A questo punto mi auguro che facciano altrettanto le altre casse di primo pilastro”. Il presidente dell'Inps ha anche ricordato che l'Inpdad, l'ente di previdenza pubblico confluito nell'Inps, è ancora indietro nell'aggiornamento degli archivi e per ora quindi la busta arancione non potrà arrivare ai dipendenti pubblici. Sul fronte della questione esodati Mastrapasqua ha invece assunto una posizione netta: “Finora non mi sono esposto sul tema degli esodati, ma vorrei ricordare che è una questione di diritti e ridurlo a un numero mi sembra una mortificazione. Non si può rimandare il problema al prossimo governo. Che siano 60, 80 o 100 mila bisogna stabilire regole precise. Chi deve essere pagato va pagato, che sia con il vecchio sistema o con ammortizzatori sociali”. Per quanto riguarda il diverso trattamento previdenziale dei giovani rispetto ai loro genitori, il presidente ha sottolineato: “L'equità resta un tema che dovrebbe essere preso in considerazione, c'è una disparità tra chi percepisce oggi le pensioni e chi invece dovrà contare su un puro sistema contributivo. Una grande parte dei lavoratori oggi riceve un'integrazione da parte dello Stato nella pensione rispetto a quanto ha versato, circa un 30-40% in più di quanto avrebbe con un sistema contributivo”.

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