Se un dipendente è veramente malato o no lo stabilisce il medico, ovvero la figura professionalmente competente,
Una magagna al giorno toglie il medico di torno. L’Inps ha i conti in profondo rosso. Per tentare di raggiungere l’obiettivo imposto dalla legge di stabilità (risparmiare 500 milioni nel 2013) potrebbe tagliare sulle visite fiscali. Insomma: tutti a casa, medici e assenteisti. L’istituto presieduto da Antonio Mastrapasqua bloccherà le visite fiscali d’ufficio che servono per verificare le assenze per malattia in aziende ed enti pubblici. Una funzione essenziale per scovare i fannulloni, un peso economico sostanzioso per le casse dello stato.
L’allarme è stato lanciato dalla Fimmg Inps, il sindacato dei medici di famiglia. Ed è stato raccolto da Nidil Cgil e Uil FPL, che con un comunicato hanno chiesto all’Inps di revocare immediatamente il provvedimento. Anche perché, se gli imboscati di Stato avrebbero solo benefici, a pagare sarebbero i medici: mille camici bianchi rischierebbero il licenziamento. Molti sono in servizio da oltre 20 anni e superano i 50 anni. Per loro il reinserimetno nel mondo del lavoro non sarà semplice. Per le casse pubbliche, inoltre, l’utilità economica sarebbe tutta da dimostrare.
Le visite fiscali d’ufficio rappresentano il 75% delle visite totali, pari a circa 1,5 milioni di controlli. Una spesa non da poco, certo. Ma nulla in confronto al peso dell’assenteismo. Un dato diffuso dai sindacati lo dice chiaramente: l’Inps spende ogni anno 50 milioni per le visite fiscali d’ufficio, ma basta che ci sia un aumento dello 0,1% di assenze per malattia per far perdere 100 milioni. Il taglio dei controlli,afferma Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg “non potrà che determinare nel breve tempo un consistente aumento dell’attuale spesa per l’indennità di malattia, considerando che l’eventuale crescita, anche di solo 1-2 decimali di punto della percentuale di assenteismo comporta un aumento della spesa di gran lunga superiore a quanto l’Inps ha speso nel 2012 per le visite mediche di controllo domiciliari d’ufficio”. La conseguenza? “Un danno erariale” che peserà sullo Stato (e quindi ancora una volta sui contribuenti).
“L’Istituto – ha dichiarato Alfredo Petrone, coordinatore nazionale di Fimmg Inps – ha deciso la temporanea sospensione delle visite mediche di controllo disposte d’ufficio. Si tratta di un provvedimento preso senza alcun preavviso e rispetto al quale esprimiamo forte dissenso. In poche settimane verificheremo un importante aumento delle assenze per malattia e quindi una spesa ben superiore rispetto a quanto l’Istituto investe in un anno per le visite mediche di controllo d’ufficio. Per questo motivo chiederemo un incontro urgente con la dirigenza dell’Inps e con il ministro del Lavoro, riservandoci di informare anche la Corte dei conti di ciò che si profila come un errore perfetto”.
I sindacati sostengono che i modi per risparmiare senza tagliare ci sarebbero: la Fimmg ha già proposto “forme alternative di rapporto di lavoro per rendere il servizio ancora più efficiente ottimizzandone e razionalizzandone i costi”. Come? Ad esempio introducendo “la modalità telematica di ricezione, compilazione e trasmissione del referto delle visite mediche di controllo domiciliari”.
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Invece, per ora, l’Inps preferisce tagliare che ottimizzare. L’avviso ai medici è arrivato con una circolare nella quale l’Istituto spiega la decisione, legata al contenimento della spesa. Resta la possibilità che a decidere la visita sia l’azienda, a patto di accollarsi i costi.Anche l’Inps ha bisogno di austerità. Nel bilancio che prevede il consuntivo 2013, si stima che l’istituto perderà 10,7 miliardi, a fronte di un rosso di 7,9 registrato nel 2012. L’accorpamento dell’Inpdap, l’ente che amministra i dipendenti pubblici, è stato uno shock per le casse dell’Inps perché ha portato in dote un passivo che nel 2013 toccherà i 7,6 miliardi). Sta erodendo la situazione patrimoniale, passata da 25,1 a 15,4 miliardi di euro, e la liquidità disponibile (dimezzata nel giro di 5 anni).
Anche Antonio Mastrapasqua, in una letterea inviata al ministro Fornero lo scorso aprile, ha avvertito: “Il patrimonio netto è sufficiente a sostenere una perdita per non oltre tre esercizi. Ulteriori problemi di liquidità inciderebbero sulla stessa correttezza delle prestazioni”. Come a dire: se lo Stato non interviene per sostenere l’Inps in modo da far tornare i conti in positivo entro il 2015, le pensioni sono in bilico. Per risparmiare, si potrebbe iniziare anche dalla busta paga del presidente, che somma anche l’incarico di vicepresidente di Equitalia. Mastrapasqua è un collezionista di poltrone, che lo scorso avrebbe guadagnato oltre 1,2 milioni di euro. Rinunciare a uno dei suoi incarichi e tagliare il suo stipendio avrebbe un impatto nullo sulle casse dell’ente che guida dal 2008. Ma sarebbe un segnale.
@paolofiore
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