Non appena il Presidente Giorgio Napolitano ha sostenuto: “è necessario intervenire nell’immediato, con un’amnistia e un indulto, anche insieme”, è scattato il tam tam nazionale, quella conferma cercata da quell’Italia sempre attenta alle avventure e disavventure del Cav., pardon del “pregiudicato”, e cioè l’esistenza di un accordo segreto per il “salvataggio”. Ebbene, ma se avesse sostenuto il contrario, e cioè “nell’immediato né amnistia nè indulto, in barba alle violazioni contestate all’Italia dalla Corte europea di Strasburgo”, la reazione quale sarebbe stata? Uguale, del tipo: “Non concede l’indulto e l’amnistia, cosi nelle carceri sovraffollate non c’è spazio e Lui rimane fuori”. Tutti le proposte, le dichiarazioni, le discussioni, i confronti, i dibattiti, le interviste, i monologhi, non sono sui temi, sui contenuti, non si apportano argomentazioni al fine di poter trovare soluzione ai problemi, ma l’intero asse del nostro vivere si accentra su Berlusconi, e nel capire se quello di cui si parla lo possa o meno favorire. Siamo capaci di discutere di quello che accade nelle carceri italiane, o liquidiamo il problema, come tutti gli altri?
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