Inquietanti interrogativi in una mattinata di Ottobre

Creato il 22 ottobre 2011 da Ilbicchierediverso

Mentre stavamo preparando alcune gustose “riflessioni” letterarie ci siamo persi in alcune considerazioni sull’inutilità di certe affermazioni e soprattutto delle bocche di chi le pronuncia.

Ci riferiamo a tutta quella schiera di uomini che si fregia dei titoli di maestro dell’eleganza, del gusto, delle buone maniere e che poi cade nell’anacronismo più sconsolante. Non solo. Nel ridicolo.

In questo articolo scritto dal curatore della nuova edizione del Trattato della vita elegante per Stilemaschile.it (leggete qui) si affrontano alcune cause di questa nullità intellettuale nel saper affrontare il bello nella sua purezza e si torna a quello che abbiamo appena sfiorato nel nostro incipit.

Alcune persone ci descrivono tessuti fin nei minimi dettagli storici-sartoriali, uomini che nella vita fanno altro professionalmente e che però sono grandi appassionati, Altri gentlemen sanno parlarci di tutte le categorie di distillati europei senza mancarne uno. Altri ancora possono riconoscere un sigaro soltanto dal profumo che questo emana. Molti di loro sono veri aficionados, esperti che amano quello di cui parlano e trasmettono a chi li ascolta un brivido di piacere, un tocco contagioso di onestà, di fuoco che arde per qualcosa.

Molti invece, anzi troppi che è meglio, si riempiono la bocca, così tanto che quando parlano inevitabilmente non fanno altro che insozzarci di pezzi di ciò che stanno masticando.

Sono quelli che dicono che non si può assolutamente prescindere da alcuni canoni dell’abbigliamento, che "Il jeans? Cos’è?", sono quelli che vogliono che si fumi solo tabacco italiano, che non vogliono che esistano i calzini a righe (e il buon Alfredo de Giglio, il Direttore di SM, potrebbe farne trattati sull’argomento e sugli altri di cui stiamo scrivendo), sono quelli che non si può non avere la servitù, quelli per cui si stava meglio ai tempi dei nobili, ma che nobili non lo sono mai stati, insomma persone che sono arroccate arrogantemente sul passato e non vogliono avere l’intelligenza di confrontarsi in maniera positiva e costruttiva con il presente e il futuro.

Perché queste nostre considerazioni? Perché durante la nostra chiacchierata sono spuntate fuori diverse domande che vi rivolgiamo e ci siamo rivolti:

Queste persone sanno stirarsi una camicia?

Queste persone sanno quanto costa un litro di latte?

Queste persone sanno cucire uno strappo o rimettersi un bottone?

Queste persone sanno leggere oltre le righe il quotidiano?

Queste persone sanno che la gente che va a lavoro spesso ha dei dress code per le varie “tribù” professionali a cui appartiene?

Queste persone hanno davvero capito il concetto di Unità, Nettezza e Armonia? Il valore dello stare in armonia anche con la situazione che può circondare quotidianamente chi la vive?

Quello che vogliamo dire è che non ci sembra assennato parlare di eleganza senza conoscere lo Zeitgeist, che non si può cadere nella banalità della ripetizione di frasi fatte e che bisogna saper avere la cognizione (auto)critica di dire “Io credo in un tipo di eleganza e comportamento, mi confronto anche con l’Oggi e scelgo cosa mi piace e cosa no” non “Io sono la Verità, il resto non esiste”.

In pillole, la nostra discussione di stamane davanti a un caffè americano e a un pezzo di Cheescake.

Voi che ne pensate?

Buona scelta

IBD

ilbicchierediverso@gmail.com


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