Inquinamento ambientale e danni alla salute: quale legame?
TERRA
Se si antepone la quantità alla qualità, l’apparente bellezza esteriore dei prodotti della terra al valore nutrizionale, lo sfruttamento al benessere degli animali, il depauperamento del suolo alla naturale produzione ciclica di frutti e ortaggi, si antepone anche la Malattia alla Salute, la Morte alla Vita.
Una sana alimentazione non può prescindere da una coltivazione biologica e dal consumo di cibi di stagione.
L’agricoltura biologica rispetta i normali ritmi naturali dell’ecosistema. Non impiega pesticidi, fertilizzanti chimici e di sintesi, non impiega l’ingegneria genetica.
Non inquina acqua, terra e non depriva i cibi di nutrienti. Non è deturpato l’ecosistema e non è necessario provvedere a detossificare terra e acqua dai prodotti inquinanti.
È rispettata la biodiversità’, non nuoce all’habitat naturale delle altre specie (alcune specie di uccelli non più presenti lì dove si pratica metodica agricola con le sostanze su citate sono invece presenti dove si pratica l’agricoltura biologica), crea occupazione poiché ha bisogno di una maggiore mano d’opera.
Il costo del biologico è solo apparentemente superiore, infatti, al costo dei prodotti coltivati con metodiche abituali bisognerebbe aggiungere il costo dei trattamenti depurativi di acqua e terra ; il fabbisogno, in grammi, è inferiore poiché sono presenti nutrienti in quantità maggiore.
Il cibo che normalmente ci ritroviamo in tavola proviene dalle aziende agro – chimiche che utilizzano pesticidi, fertilizzanti, ormoni. I campi sono irrorati con tali prodotti e gli animali sono nutriti con i prodotti di questo terreno.
I pesticidi chimici e fertilizzanti sintetici
I “fitofarmaci”, i pesticidi e fertilizzanti sintetici sono sostanze utilizzate in agricoltura su base industriale: diserbanti, fungicidi, agenti chimici usati per difendere le colture da insetti, acari, batteri, virus, funghi e per controllare lo sviluppo di piante infestanti, per garantire un prodotto che solo apparentemente è integro.
Come pesticidi ed erbicidi danneggiano la salute
I Fattori determinanti sono
- Il tipo di pesticida usato
- La quantità
- La durata dell’esposizione e l’azione combinata di più pesticidi.
In uno studio pubblicato su sull’American Journal of Epidemiology (marzo 2009) (Sadie Costello, Myles Cockburn, Jeff Bronstein, Xinbo Zhang, and Beate Ritz, 2009, Parkinson’s Disease and Residential Exposure to Maneb and Paraquat From Agricultural Applications in the Central Valley of California, pp 1-8.) è stata dimostrata la correlazione tra il morbo di Parkinson e l’esposizione prolungata ai pesticidi. Inoltre l’uso combinato di Paraquat (erbicida) e Maneb (fungicida) ha incrementato il rischio di Parkinson del 75% specie in soggetti giovani e in tutti coloro esposti a pesticidi da bambini.
Il direttore dell’Istituto nazionale per lo studio dei tumori di Bologna “B. Ramazzini”, il Dr Soffritti afferma:
”Diverse sostanze assunte insieme, seppur a piccole dosi e sotto i limiti stabiliti dalla legge, possono avere un effetto cancerogeno, perché gli agenti cancerogeni hanno la caratteristica peculiare di avere un effetto moltiplicativo. Quindi, una piccola dose di agenti può dare una somma tossicologica di 10, ma possono arrivare ad una somma cancerologica di 50. Negli Stati Uniti, per esempio, dopo cinque anni di studi sulla tossicità dei fitofarmaci - in cui sono stati censiti e analizzati 289 fitofarmaci dei quali si può trovare traccia negli alimenti, nell’acqua da bere o nell’aria - è stato verificato che 54 di queste sostanze erano agenti cancerogeni. Tra questi – sottolinea Soffritti - una lunga serie viene usata anche da noi: Benomil, Captafol, Paration e composti arsenicati”.
L’Istituto superiore di Sanità ha presentato uno studio (Gemma Calamandrei, Aldina Venerosi, Antonella Olivieri, Laura Ricceri Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze, Istituto Superiore di Sanità, Roma, 2009,Pesticidi organo fosforici ed effetti neuroendocrini e comportamentali in modelli animali:rischi per la salute neuropsicologica in età evolutiva. Rapporti ISTISAN 09/18 ) dal quale si evince che il Clorphyrifos (CPF) ha una spiccata attività neurotossica ed agisce anche come un interferente endocrino. Altera, sia i livelli costitutivi di due neuropeptidi ipotalamici con importanti funzioni ormonali, che la funzionalità tiroidea, con potenziali effetti a lungo termine sulla regolazione neuro-endocrina e sullo sviluppo psicosociale dell’individuo. Quindi, esposizioni prolungate, anche a basse dosi, a questo pesticida potrebbero rappresentare un fattore di rischio per lo sviluppo di disturbi affettivi e di relazione nei bambini/adolescenti esposti.
Uno studio condotto già nel 1998 e pubblicato su Environ Health Perspect (S. Gurunathan, M. Robson, N. Freeman, B.Buckley, A. Roy, R.Meyer, J.Bukowski, PJ. Lioy, Accumulation of chlorpyrifos on residential surfaces and toys accessible to children. 1998, Environ Health Perspect.106(1):9-16) aveva evidenziato come il Clorphyrios si accumula in quantità significative nei giocattoli, su pavimenti e superfici assorbenti concludendo che per un bambino di età compresa tra i 3 e 6 anni il livello di esposizione è di gran lunga superiore a quello accettabile per un adulto.
In analisi condotte in laboratori pubblici è stata rinvenuta la presenza di DDT in un campione alimentare (insalata). Il DDT è stato bandito già dagli anni 70 ma Secondo il Reg. Ce n. 396/2005 e sue successive modifiche, infatti, sono ammessi limiti massimi di DDT fino a 0,05 (http://ec.europa.eu/sanco_pesticides/public/index.cfm) Inoltre, il Reg. Ce 850/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio (24 aprile 2004), relativo agli inquinanti organici persistenti, prevede che gli Stati Membri possano anche autorizzare la produzione e l’utilizzo del DDT come prodotto intermedio per la produzione del Dicofol fino al 1 gennaio 2014. Il Dicofol è un acaricida organoclorurato che è strutturalmente similare al DDT, tanto che l’EPA ne ha interdetto temporaneamente l’impiego nel 1986, evidenziando che molte tracce di DDT contaminavano i prodotti finali.
Un’indagine dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dimostrato che il 36.6% dei campioni di acqua analizzati nel nostro paese è contaminato da pesticidi in quantità superiore ai limiti di legge. Sono stati ritrovati 131 di queste sostanze, anche inquinanti, vietati da molto tempo come l’atrazina. La clorazione dell’acqua, che è la normale metodica per la sua disinfezione e potabilizzazione, può comportare la trasformazione delle molecole inquinanti presenti in agenti dotati di effetti cancerogeni certi, in particolare i trialometani.
Gli effetti, sugli organismi superiori, di queste sostanze anche a dosi infinitesimali, si manifestano solitamente dopo tempo. Tali effetti sono ancora più gravi in gravidanza e allattamento.
Studi (L. Viganò, C. Roscioli, C Erratico, L. Guzzella, A. Farks. Polybrominated diphenyl ethers (PBDEs) in gammarids, caddisflies, and bed sediments of the lowland River Po. 2009. Bulletin of Environmental Contamination and Toxicology 82,200-205.), condotti dall’ARPA dell’Emilia Romagna hanno dimostrato la presenza di diversi interferenti endocrini quali il vinclozolin e procimidone nel fiume Po.
Uno studio (Monitoraggio nazionale dei pesticidi nelle Acque, ISPRA, Rapporti 114/2010 ) condotto dall’ISPRA, ha denunciato la presenza di Terbutilazina, usata per colture di mais e sorgo, nelle acque da loro analizzate. Le regioni dove l'uso della sostanza è più intenso (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna). La contaminazione interessa più dell'80% dei siti delle acque superficiali controllati. L’ISPRA segnala anche la presenza diffusa in tutta l'area Padano-Veneta di atrazina, residuo di una contaminazione storica.
E' stato dimostrato che l’esposizione a DDT (insetticida usato negli anni ‘50 che - anche se bandito da anni - ancor oggi è presente nelle matrici ambientali) è correlata a un aumentato rischio di cancro mammario, se l’esposizione è avvenuta in età pre-pubere.
Gli agenti tossici sono in grado di interferire con le funzioni ormonali,immunitarie e metaboliche, anche a basse dosi.
I sintomi da intossicazione ai vari agenti sono: debolezza, emicrania, nausea, vomito, diarrea, crampi addominali, irritazioni oculari con bruciori, prurito e lacrimazione, irritazioni dermiche, perdita della coordinazione muscolare, respiro affannoso, epistassi, vomito, iperattività, perdita di memoria e concentrazione, disorientamento, depressione, insonnia o sonnambulismo, reazioni allergiche, alterazioni renali ed epatiche, shock anafilattico, morte.
Inoltre sono segnalate malformazioni congenite, specie dell’apparato genitale, disturbi della pubertà, endometriosi, disturbi della fertilità maschile sia nel numero sia nella motilità degli spermatozoi, patologie neurodegenerative come il Parkinson, disfunzioni ormonali.
I pesticidi hanno anche un'azione mutagena e cancerogena: tumori cerebrali, tumori alla mammella, al pancreas, ai testicoli, al polmone, sarcomi,leucemie, linfomi non Hodgkin (LNH) e mielomi. Uno studio controllo ha preso in esame 104 studi, selezionandone ottantatre dimostrando i rischi di cancro riportati nella tab.1.
Tabella 1: Studi che hanno indagato esposizione a pesticidi e tipi di cancro:104 studi reperiti, 83 considerati. (da Cancer health effects of pesticides: systematic review Canadian Family Physician vol 53 October 2007)
Estratto da "Inquinamento ambientale e i danni alla salute (ebook)"
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