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Insalatina a Central Park

Da Mark @OfficinaDiMark
La crisi si fa sentire,e mangiare è una priorità irrinuciabile, però arrivare al paradosso di dovermangiare il prato di Central Park comincia a preoccuparmi oltre il dovuto. Certo la notizia enfatizzata o distorta che sia ha un suo significato, in una nazione dove gli estremi si sfiorano alla velocità di un clic, l'emulazione da esportazione, tranne per le zone desertiche dove si potrebbero riscontrare alcuni problemi di approvvigionamento idrico, avrebbe conseguenze devastanti. Si ripropongono gli spettri della grande depressione del 29, mentre la globalizzazione impone ritmi e schemi da schiavismo corporeo e mentale, ci si ferma un'attimo nel prato e si fa uno spuntino. Ricordo in merito lo spot di un noto marchio di aceto balsamico (non provateci per favore) dove la caduta di una boccetta "dell'elisir" sul prato provocava goduriosi signori benestanti, forse annoiati dai soliti miseri piattini. A suo tempo trovai il tutto una tremenda cagata, oggi la riscontro nella realtà, e penso a tutti quei giochetti economici per alzare i prezzi delle materie prime alimentari, controllare i mercati e gettare il mondo globalmente alla ricerca del cibo. Gli ingredienti ci son tutti, tanto per rimanere in tema, poi travestiti da nuovi Dei compariranno i salvatori del mondo e lo schiavismo sarà per tutti irrinuciabile prerogativa di vita.
Chapeau.

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