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Insegnamento dell'etica nelle scuole pubbliche australiane

Creato il 23 ottobre 2010 da Andream
Insegnamento dell'etica nelle scuole pubbliche australiane Conclusa con un successo la sperimentazione dell'ora alternativa di etica nelle scuole primarie dello stato australiano del New South Wales, il governo considera di introdurle stabilmente. Non sarebbe una buona idea anche per l'Italia?

Insegnamento della religione nelle scuole del New South Wales

Una legge dello stato australiano del New South Wales (quello dove si trova Sydney) obbliga le scuole a inserire nel normale orario scolastico un'ora settimanale facoltativa di " Special religious education " (SRE).

Si tratta di un'ora di "istruzione alle credenze e pratiche di una confessione religiosa approvata da parte di rappresentanti autorizzati di quella confessione"; gli scopi di questa ora di lezione settimanale è quello di insegnare al bambino:

a) a sviluppare l'abilità di interpretare dati religioni all'interno delle tradizioni della loro fede particolare;
b) ad apprezzare le interpretazioni della loro religione su questioni e problemi ai quali i fedeli applicano la fede durante la propria vita;
c) a tradurre le loro conoscenze sulla loro fede in espressioni attive all'interno della comunità di adoratori;
d) a incontrare, all'interno di un gruppo di coetanei, l'insegnamento religioso fornito da un fedele praticante esplicitamente associata con la comunità religiosa;
e) ad essere coscienti della disponibilità di un sostegno personale e di gruppo nell'ambito delle necessità religiose, ove sorga l'occasione.

Quindi non si tratta di lezioni sulle varie religioni del mondo intese come fenomeni sociali, culturali e storici, ma ore di indottrinamento nelle credenze e nelle pratiche di quelle confessioni, per mano di insegnanti selezionati da quelle stesse religioni, e la scuola non ha voce in capitolo sull'argomento delle lezioni.

La frequenza non è obbligatoria. All'atto dell'iscrizione, i genitori indicano la confessione religiosa del bambino e possono ritirarlo dal corso in ogni momento dell'anno semplicemente avvisando il preside.

A differenza dell'Italia, c'è da dire, qui l'ora di religione non è appannaggio di una sola religione, ma si divide tra oltre novanta diverse confessioni approvate (la maggior parte delle quali sono cristiane, sebbene vi siano anche istituzioni ebraiche e musulmane).

Come in Italia, i bambini che non seguono l'insegnamento di religione restano a scuola a fare studio indipendente, fare i compiti o leggere, ma non possono in alcun modo ricevere lezioni su argomenti presenti nel curricolo scolastico: sarebbe un indebito vantaggio rispetto ai bambini che seguono l'SRE!

La sperimentazione dei corsi alternativi di etica e le critiche

La gestione della SRE è in mano ad un comitato composto da rappresentanti delle confessioni riconosciute, il Consultative Committee on Special Religious Education. John Kaye, deputato verde del New South Wales, ha spiegato che "da tempo immemorabile, l'istruzione religiosa speciale è stata gestita da un gruppo auto-selezionato che esclude qualunque gruppo o idea che non rientri nel campo ristretto della religione organizzata".

Ed è proprio per fornire un'alternativa ai genitori "che non professano alcuna delle religioni offerte o che credono che la religione sia una questione privata" che nel novembre 2009 il governo del New South Wales ha deciso di sperimentare in dieci scuole l'introduzione di un'ora alternativa in etica. Chi non segue la SRE può seguire un corso di "complementi di etica", in cui "imparare a pensare criticamente, a discutere di ciò che è giusto e sbagliato, e a trattare temi filosofici di livello adatto; i corsi evitano esplicitamente di inculcare particolari precetti morali nei bambini".

Il programma del corso, organizzato dal St James Ethics Centre, è stato curato dal professor Philip Cam dell'Università del New South Wales, che ha sviluppato dieci lezioni di etica da presentare ai bambini di dieci scuole medie nell'arco di metà anno scolastico (l'inizio del 2010). Al termine della sperimentazione, un gruppo di esperti indipendenti selezionati dal Dipartimento per l'Istruzione avrebbe dovuto esaminare i corsi e valutarli rispetto ad una griglia di requisiti qualitativi.

Chi potrebbe opporsi ad una tale sperimentazione? Lo hanno fatto le confessioni che gestiscono l'SRE, tutte meno la Uniting Church.

La ICCOREIS (Commissione inter-ecclesiale sull'istruzione religiosa nelle scuole) ha prodotto un documento in cui critica la sperimentazione condotta dal St James Ethics Centre (il centro che ha preparato i corsi alternativi di etica) e dichiara che tutte le Chiese cristiane che la compongono sono contrarie "all'introduzione di una serie di lezioni sul pensiero etico non-religioso all'interno del tempo dedicato al'SRE".

Oltre a questioni legali, i motivi dell'opposizione a questo insegnamento sono:

1) che presentare i corsi di etica non-religiosa in alternativa ai corsi di religione definisce implicitamente l'SRE come un'ideologia;
2) che l'insegnamento qualificato della religione cristiana contribuisce già allo sviluppo della capacità di pensare eticamente.

Le critiche dell'ICCOREIS sembrano talvolta contraddittorie. Da una parte si lamenta la discriminazione degli studenti che seguono l'ora di religione e che per questa ragione perdono l'opportunità di studiare etica;dall'altra si critica lo scarso livello dei corsi alternativi di etica e si rivendica ai corsi di religione il contributo alla formazione del pensiero etico.

In soldoni, ho l'impressione che le confessioni religiose vogliano che la scuola dia loro la possibilità di indottrinare in ambiente scolastico i bambini in tenera età, ma non vogliono che questi bambini siano esposti a forme alternative di pensiero, che potrebbero mettere in dubbio le affermazioni dogmatiche del catechismo.

La buona notizia è che la sperimentazione è terminata e che la commissione esaminatrice del progetto ha espresso un giudizio positivo.

La verifica indipendente ha trovato elevati livelli di partecipazione tra gli studenti durante la discussione di questioni etiche e che questo ha permesso loro di discutere e comprendere i principi del processo di decisione etico. Ha anche trovato che il corso ha raggiunto l'obiettivo di introdurre gli studenti al linguaggio e alla natura dell'etica e delle questioni etiche.

Il ministro ha affermato che non è prevista l'interruzione delle ore di religione, ma che i genitori che non mandano i propri bambini alle lezioni di religione hanno il diritto di vedere i propri figli occupati in qualche attività significativa; "l'approvazione delle [lezioni di] etica fornirebbe un'alternativa senza diminuire l'importanza delle lezioni di religione per le altre famiglie".

Il rapporto della commissione esaminatrice fa comprendere come questo corso sia complementare ai corsi di religione dell'SRE. Esso è impostato in modo da presentare la filosofia morale, con il suo peculiare e secolare "adesione ai processi razionali di argomentazione e giustificazione". Sebbene vi siano delle nozioni comuni alla maggior parte dei sistemi di etica filosofica - che "la moralità sia basata sulla sofferenza e il benessere", l'"uguale valore degli esseri umani" e il "rifiuto del relativismo morale" -, gli scopi principali di questo corso sono stati:

1) introdurre il linguaggio dell'etica e in questo modo fornire gli strumenti per indagare i valori e i principi in base ai quali viviamo;
2) sviluppare la capacità intellettuale e l'attitudine personale necessarie a partecipare alle riflessioni etiche;
3) sviluppare l'abilità degli studenti [...] ad esplorare le conseguenze delle soluzioni proposte per i dilemmi etici che stanno considerando;
4) ispirare l'apprezzamento per virtù e ideali.

In risposta alle critiche delle organizzazioni religiose, lo studio ha precisato che, sebbene comprensibili alla luce della scarsa informazione diffusa prima dell'inizio del corso, esse sono infondate:

Il campo della Filosofia Morale ha duemila e cinquecento anni di storia e una metodologia logicamente rigorosa; l'approccio dell'indagine etica è stato ampiamente utilizzato per trent'anni da filosofi interessati a presentare la filosofia (inclusa etica e logica) ad un pubblico più ampio. Questi sono filosofi che deprecano il relativismo.

Corsi di etica in Italia?

Si potrebbe organizzare un'ora alternativa di etica in Italia?

Chi non si avvale dell'ora di religione cattolica dovrebbe già oggi poter usufruire dell'ora alternativa organizzata dalla scuola, ma spesso la scuola per mancanza di fondi o per mancanza di volontà non la attiva.

Ma, al di là delle risorse, non sarebbe opportuno affiancare ai corsi di religione cattolica (in realtà una sorta di catechismo) dei corsi di etica come quelli australiani? Chi vuol far catechizzare i propri figli li manda a seguire religione, chi vuole dar loro una formazione secolare e scettica cosa fa?

Io credo che la scuola non sia il posto per indottrinare (nel senso di insegnare una certa dottrina) i bambini alle credenze e ai riti di una certa religione, ma, dato il peso delle gerarchie ecclesiastiche e il groviglio legislativo dato dall'aver incluso i Patti Lateranensi all'interno della nostra costituzione, mi rendo conto di come una scuola libera da indottrinamenti religiosi sia molto lontana. Ma, mi chiedo, non sarebbe positivo fornire ai bambini e futuri cittadini gli strumenti adatti per analizzare criticamente le questioni di rilevanza etica?


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