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Insegnanti di ruolo in calo al Sud

Creato il 14 marzo 2014 da Makinsud

I dati pubblicati dalla Fondazione Agnelli disegnano uno scenario drammatico sui numeri degli insegnanti di ruolo nel Mezzogiorno, dove negli ultimi cinque anni è sparito il 15% degli insegnanti di ruolo e tra le Regioni più colpite spicca la Calabria. Nella graduatoria assoluta dei tagli risaltano Reggio Calabria, seconda con il 16,7% di calo di insegnanti di ruolo, Cosenza, quintultima con il 14,4%  di riduzione delle cattedre e Catanzaro, con un calo del 13,8%, seguite da Frosinone, Matera, Avellino, Messina, Potenza, Nuoro e Isernia, che è la peggiore in assoluto con il 18% di calo di insegnanti di ruolo.

Situazione totalmente differente al Nord, con diversi picchi di positività tra Toscana ed Emilia Romagna: nel Ferrarese il numero di insegnanti di ruolo è aumentato, dello 0,7%, a Prato l’aumento si è attestato addirittura del 6,7%, mentre a Bologna del 2,8%.

insegnanti di ruolo

Alla luce di tali dati l’Anief, Associazione nazionale insegnanti e formatori, indignata ha affermato che “sul fronte dell’Istruzione il Sud è sempre più abbandonato a se stesso”, dove dal 2007 al 2012 il personale della scuola statale (insegnanti e personale Ata) è diminuito del 10,9%, una percentuale quasi doppia della media del pubblico impiego, nonostante il numero degli alunni tra il 2009 e il 2012 sia aumentato di 90.990 unità, mentre quello degli insegnanti si è ridotto del 9% passando da 843 mila a 766 mila unità.

Il problema - osserva l’Aniefè che scorrendo il rapporto territoriale Abi-Censis si evidenza che le aree dove lo squilibrio socio-economico è maggiore sono quelle del Sud e delle Isole. E lo stesso, tranne rare eccezioni, vale per quelle che hanno il più basso tenore di crescita a livello di potenzialità rurale o che sono a rischio involuzione. Mentre i territori dove c’è maggiore possibilità di crescita e sviluppo sono quelli del Nord, in particolare il Friuli, il Trentino, il Veneto, la Lombardia e il Piemonte”.

Inoltre, l’Anief ha sottolineato che tali zone coincidono con quelle dove gli alunni, della scuola di primo e secondo grado, presentano un maggior rischio di abbandono scolastico prima dei 16 anni e tali zone fanno riferimento alle Regioni di Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Molise e Abruzzo.

Il Presidente dell’Anief Marcello Pacifico ha sottolineato che “questi dati dimostrano che gli attuali criteri sulla formazione dell’ organico dei docenti, con gruppi-classi che possono raggiungere 27-28 alunni, non può essere adottata anche nelle aree disagiate e a rischio: in quelle del Sud, in pratica, sono altri i parametri da adottare. E’ giunta l’ora di introdurre quindi dei criteri diversificati, sulla base dei parametri di disagio socio-economico delle singole aree. E per questo occorre prevedere delle risorse aggiuntive, ad iniziare da un diverso rapporto docenti-studenti, facendo così cadere l’unicità degli organici e della formazione delle classi”.

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