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Inserimento

Da Infanziadelbambino

Ho letto questa mattina un articolo che mi ha lasciata sotto shock, alla prima lettura, poi l’ho riletto e…
Ok, parto dall’inizio.

L’articolo è intitolato “I bamboccioni nascono all’asilo Le follie dell’inserimento all’italiana”, cerco di farne un breve riassunto.
L’articolo inizia con una breve descrizione dell’inserimento dei bambini nelle scuole, momento importante nella vita dei bambini, e che viene fatto in tutte le scuole con modalità differenti ma che dura mediamente dalle due alle tre settimane.
La giornalista si lamenta che l’anno scorso è toccato anche a lei con i suoi figli, ma siccome per lavoro proprio in quel periodo era lontana addirittura dall’Italia, l’inserimento lo ha fatto la tata.
La prima domanda che mi sorge è: Si sa ben in anticipo quando inizia l’inserimento, non si pteva evitare di andare via proprio in un momento così particolare?

E per concludere sostiene che è l’indipendenza il regalo più grande che i genitori possono fare ai figli!!
Si ok è vero, ma l’inserimento o ambientamento, lo dice la parola stessa, è potersi ambientare e trovare bene in un posto senza avere il timore di essere abbandonati.
E’ ovvio che è diverso se si parla di bambini al nido o alla materna, in questo articolo si parla principalmente di materna, ma vediamola da lato dei bambini, grandi o piccoli che siano, è un posto nuovo per tutti.
In altre parti del mondo non è così (dice la giornalista), è vero, ma in altre parti del mondo i genitori passano anche più tempo insieme ai propri figli. E li crescono in maniera differente.

Io penso, se al genitore pesa passare 30 minuti a scuola con il figlio perché non vede l’ora di andare al lavoro, l’inserimento può essere fatto dalla tata, ma il rischio poi è che il bambino nei momenti di tristezza o di insicurezza cerchi come riferimento la tata.

A me è capitato, proprio al nido dove lavoravo.
Un bambino di 13 mesi appena ambientato, quindi parliamo di fine Settembre, ha iniziato a fare il tempo pieno, 7.30/18.30 dal lunedì al venerdì. Dopo qualche settimana la mamma mi chiede un colloquio e mi dice, un po’ ridendo ma un po’ no:”R. Al sabato e alla domenica ti chiama in continuazione, e ieri sera è caduto e non voleva che lo tenessi in braccio e lo consolassi, chiamava il tuo nome in continuazione ed era inconsolabile”, io molto serenamente le ho risposto:”Signora sta con me 11 ore al giorno…” non ho voluto provocare nessuno con la mia risposta, era solo una constatazione dei fatti. I bambini hanno bisogno dei genitori.

Questa è il mio pensiero. Non creiamo bamboccioni solo perché non passiamo 30 minuti al giorno (e poi non è nemmeno così), in classe con i bambini, per le prime due settimane di scuola. Li aiutiamo ad ambientarsi sereni in un posto dove poi staranno bene, in un posto dove la mamma e/o il papà sono tranquilli di lasciarli.

Non riesco a condividere le idee di questa giornalista.
E’ vero che alcuni bambini hanno troppe cose e che sono a volte soffocati dai genitori che sono troppo apprensivi, ma che sia per due settimane di ambientamento a scuola che poi a trent’anni non se ne vanno di casa proprio no!!


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