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Insistenza sull’alta professionalità, latita il progetto che la orienta

Creato il 19 febbraio 2015 da Cremonademocratica @paolozignani

Cercare finanziamenti per singoli progetti, in modo episodico e frammentario per quanto rigorosamente normato, oppure unire le forze economiche in un principale, trainante progetto integrato? Sinora emerge la consapevolezza dell'amministrazione comunale di dare regole più forti, anzi Linee guida vere e proprie, come quelle presentate oggi dall'assessore Rosita Viola in commissione Trasparenza. Il Comune cerca fondi più che in passato (ma il cacciatore di sponsor risale ai primi anni Duemila se non prima, quando i tagli dei trasferimenti statali erano già ben sensibili) e lo fa orientando le proposte: un passo avanti per la trasparenza non però verso il progetto che dovrebbe dare un'identità a Cremona. Gli sponsor dovrebbero infatti essere attratti, di nuovo, da singoli progetti e alcune manifestazioni di maggior richiamo, dunque da interessi distinti. L'attenzione dell'amministrazione, che pure si vuole ripulire dalle contraddizioni del passato, è rivolta più sui metodi di drenaggio di fondi che sull'obiettivo di fondo: chiarire un'identità e concentrare le forze per la promozione di Cremona, non solo di frammenti di un'identità poco chiara. L'interesse da soddisfare è generale, unirebbe ceti popolari e alte professionalità, produttori e commercianti: la liuteria, però, non ha oggi questa forza.

Infatti nella riunione della commissione di ieri è emerso che un dipendente dell'ufficio Risorse e Progetti parteciperà a un percorso di alta professionalità di un anno a Forlì, in parte a proprie spese. Il dipendente ne riuscirà particolarmente qualificato. Il Comune dunque eviterà di subire le pressioni dei privati o una ricerca di fondi con tecniche artigianali. La professionalità, negli anni della massima coscienza sia della corruzione che dell'infiltrazione mafiosa anche nel Nord, è indispensabile: resta però solo una tecnica. L'indirizzo latita. L'ufficio bandi sul quale tanto ha insistito il sindaco Galimberti è volto più che altro all'accaparramento di finanziamenti tramite bandi, dalla Cariplo alla Regione.

Obiettivi di sopravvivenza e di qualificazione di settori e di persone tramite la realizzazione di un polo cremonese dell'alta professionalità, obiettivo utile, necessario quanto poco popolare: i vantaggi saranno limitati ai singoli progetti e a ciò che li circonda.

Ci sarà più trasparenza grazie alla visualizzazione on line di ogni fase della procedura del finanziamento, si creerà anche un data base. Procedure migliori che in passato, più sicure e visibili ai cittadini. Per una migliore rendicontazione delle spese, sarà possibile che alcuni dipendenti Cariplo aiutino colleghi dipendenti del Comune a migliorare le procedure.

Non c'è vita, pare, senza la Cariplo, tuttavia il Comune pur migliorando la qualità dell'azione amministrativa si sta limitando a rispondere alla pressione popolare, che dubita della correttezza di ogni spesa, e a tenere in equilibrio il bilancio garantendo le attività, dopo anni di recessione. Sono tutti comportamenti orientati alla sopravvivenza e all'autotutela, al miglioramento delle pratiche amministrative: si gioca soprattutto in difesa. Cremona però dovrebbe fare più affari, vendere e richiamare visitatori: difficilmente ci riuscirà fingendosi città della musica e del Museo del violino, come di altri soggetti e di singole iniziative.

L'urgenza è una ripresa locale, per quanto lenta e faticosa. Trasparenza e professionalità - meglio se alta - sono solo prerequisiti. Il Comune prediligerà, lodevolmente, gli sponsor etici e terrà lontane le case da gioco d'azzardo. Si nota uno sforzo e un salto di qualità. Anche gli esponenti della precedente amministrazione, come Maria Vittoria Ceraso, hanno segnalato i problemi incontrati anni fa allo scopo di superarli.

Una società di Bologna nel 2010 era stata incaricata di dare organicità e metodo al procacciamento di sponsor, per evitare che i settori del Comune chiedessero soldi agli stessi privati. Altra finalità e dare contributi alle iniziative dei privati in modo trasparente. Quel progetto si è fermato. Il Comune riprende il cammino senza un chiaro orientamento. Cremona non ha un'identità, non c'è nulla di cui si possa dire: "Questa è Cremona". Senza però diventare protagonisti del mercato si incontra un destino: Trenord, il pendolarismo, le infrastrutture degli spostamenti lenti, la fuga dei lavoratori qualificati. Sono i problemi inversi, rispetto quelli dei turisti, che però hanno bisogno di un chiaro motivo per venire a Cremona. Oltre al turismo una città senza progetto unitario fatica ugualmente, anche quando il turismo non è protagonista. Le iniziative in occasione dell'Expo restano occasionali, non fanno che tutelare alcuni pregi, senza che si possa dire con orgoglio, certi di essere capiti da tutti: "Questa è Cremona".


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