Una volta c'era lo smile scritto, ovvero fatto con i due puntini, il trattino e la parentesi tonda chiusa, vi ricordate? Poi arrivò l'era delle emoticons, unione di due parole, Emotion e Icon, che sta a significare "faccetta che trasmette uno stato d'animo ".
Oggi padroneggiare il dialetto digitale delle emoji è fondamentale. Perché? Fino a qualche anno fa giovani, e non, ne ignoravano l'esistenza ma adesso la questione è implacabile anzi si allarga pure a nuove vie, e l'ultimo esempio è quello che ci arriva da Instagram, che ha deciso di aggiungere emoticons negli hashtag. Gli utenti potranno taggare i propri contenuti e ricercare le foto con le faccine.
E' una novità che ci mostra come e quanto le riproduzioni delle tipiche espressioni facciali umane siano un segno dei nostri tempi. Le emoji stanno entrando sempre di più nelle nostre vite e questo significa che è come se stessimo assistendo alla nascita di una nuova lingua, una lingua parallela per abbreviare tutto.
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Secondo un'approfondita ricerca da parte dell'ingegnere Thomas Dimson, sull'utilizzo delle emoji come hashtag su Instagram, si scopre che è proprio la Finlandia a detenere il record assoluto di utilizzo delle emoji, utilizzandole addirittura nel 63% dei testi.
Il mondo si è diretto quindi verso un luogo fatto di pixel, dove piccole immagini hanno rimpiazzato le parole scritte. Perché? Una tra le risposte migliore la sostiene Dan Brill, autore di Emojinalysis : "Credo che le persone siano maggiormente connesse l'una con l'altra tramite le emoji, rendono la comunicazione più divertente". In effetti, se ci pensate, quanto è più divertente dire che sta per arrivare un temporale attraverso un fulmine?
La popolarità delle emoticons oltre ad essere dovuta dal divertimento, tra i più giovanissimi, è data anche dal fatto che sono tutti simboli semplici, compresi da tutti e in ogni luogo, affermandosi come primo linguaggio universale senza alfabeto.
Certo è che non possiamo però pensare che una faccetta possa sostituire una frase o un'emozione, e quindi rappresentare tutte le idee e i sentimenti che vorremmo esprimere a parole, anche per dare al nostro interlocutore la possibilità di comprendere a pieno il significato di ciò che stiamo vivendo. Oppure si? Usarle o non usarle? Forse quando mancano le parole, forse per sostituirle o perché tante parole non servono?