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Le prime conseguenze dell’intenso “Stratwarming” che sta interessando l’Artico si stanno già registrando sul continente nord americano. Come abbiamo già precisato nell’articolo precedente le dinamiche stratosferiche stanno favorendo l’enfatizzazione di una grande onda risonante anticiclonica sul Pacifico nord-orientale, che dalle latitudini sub-tropicali si estende fino all’Alaska e agli stati canadesi occidentali della British Columbia e dei territori di Yukon, presentando il proprio ramo discendente del “getto polare” sulla West Coast degli Stati Uniti. La formazione di questa grande onda anticiclonica sul Pacifico nord-orientale, nell’alta troposfera, costringe l’anticiclone delle Aleutine, attivo sul Pacifico settentrionale, ad ergere un solido “blocking” (anticiclone di blocco disteso lungo i meridiani) a largo della West Coast degli USA. Questo giovane anticiclone di blocco nord pacifico funge da regia per l’affondo di una saccatura artica, colma di aria piuttosto gelida in discesa dall’Artico canadese, verso il Canada centrale e gli stati centro-occidentali degli USA, dove stanno affluendo gelide correnti dai quadranti settentrionali che scorrono di gran carriera lungo il bordo orientale di questa grande impalcatura anticiclonica, che presenta i propri massimi barici, di oltre i 1035 hpa, di fronte le coste dello stato di Washington e l’Oregon. Questa irruzione gelida, in queste ore, sta già interessando tutti gli USA centro-occidentali e la West Coast, portando gelo con associate deboli nevicate fino al piano sugli stati del Montana, North e South Dakota, Idaho, Wyoming, Utah, Colorado, Nebraska, Kansas, Arizona e persino sul New Mexico e al Texas occidentale.
Tra North Dakota e Montana le temperature scivoleranno anche sotto la soglia dei -25°C -27°C, con picchi prossimi anche al muro dei -30°C. L’irruzione gelida ha colpito in pieno pure gli stati della West Coast, dalla British Columbia fino alla più mite California meridionale, inglobati lungo il bordo più orientale del robusto “blocking” anticiclonico aleutinico. Lo scivolamento delle masse d’aria gelide, di lontana origine polare, tramite una debole-moderata ventilazione dai quadranti settentrionali, ha prodotto un autentico tracollo dei valori termici su tutta la West Coast, con estese gelate notturne fino sulle località costiere dello stato di Washington e l’Oregon, dove la colonnina di mercurio è scivolata al di sotto degli zero gradi. In Oregon tutte le località dello stato hanno registrato minime largamente sotto i +0°C, persino quelle costiere, raggiunte dall’alito gelido proveniente dal Canada occidentale (territori di Yukon). Ma delle insolite gelate notturne si sono avute persino sulle coste più settentrionali della California, poco lontano dal confine meridionale con l’Oregon, con minime ferme sui +0°C -1°C. Valori davvero notevoli, ma lontani dai record assoluti di freddo.
Nella città di Crescent City, per esempio, la minima di ieri si è fermata a soli +0°C nelle prime ore del mattino. A San Francisco si è scesi a +3°C, ma ancora più notevoli sono le minime di ben +4°C +3°C registrate nell’area di Los Angeles, nel sud della California, nella giornata di ieri. Degna di nota la minima di soli +3.3°C fatta da Long Beach, nota città balneare poco a sud di Los Angeles. Valori prossimi ai +1°C +0°C, agevolati dai cieli sereni e scarsa ventilazione nei bassi strati (forte irraggiamento notturno), si sono archiviati in varie località della periferia orientale della grande metropoli californiana, a ridosso dei primi rilievi collinari. Sull’entroterra montuoso invece il gelo si è fatto particolarmente pungente, con minime scese anche sotto i -15°C. Questo perché l’aria molto gelida e pesante, d’estrazione artica canadese, scivolando verso sud si è depositata all’interno delle ampie vallate e dei canyon presenti fra i rilievi della Catena Costiera, delle Cascate, la Sierra Nevada ed il versante più occidentale delle Montagne Rocciose. L’aria fredda, depositandosi sui punti più bassi dei rispettivi fondovalle, con molte difficoltà potrà essere scalfita.
Inoltre, nei prossimi giorni, in pieno regime anticiclonico, essa darà origine a forti inversioni termiche, pronte a far precipitare ulteriormente i termometri sotto i -10°C -15°C, con picchi prossimi ai -20°C, nelle aree più interne di Washington e dell’Oregon, come nello stato canadese della British Columbia, malgrado l’afflusso in quota di aria un po’ più mite d’estrazione oceanica. Ovviamente, l’irruzione gelida, data la protezione offerta dal “blocking” anticiclonico sul nord Pacifico, è stata prevalentemente secca, priva di fenomeni nevosi, a parte dei fenomeni molto localizzati nelle aree montuose più interne. Nessun fiocco bianco sulle coste quindi. Data la sua particolare orografia, che impedisce l’afflusso diretto degli impulsi freddi di natura continentale, e la presenza dell’oceano Pacifico di fronte con la propria costante azione mitigatrice, lungo le coste californiane la neve è quasi sconosciuta, tralasciando alcune zone, come l’area della baia di San Francisco e l’estremo lembo settentrionale dello stato americano. Ciò spiega perché le forti ondate di freddo che riescono ad investire la California vengono accompagnate solitamente da clima secco, con cieli limpidi e sereni e scarsa nuvolosità. Se il vicino retroterra della costa californiana fosse privo di Catene montuose l’aria molto fredda, di matrice continentale, giungerebbe sino alle coste, portando dei bruschi raffreddamenti, mentre l’interazione con l’aria più mite e umida oceanica poteva dare luogo a fenomeni nevosi, anche di una certa importanza nel periodo invernale.
Fonte:http://www.meteoweb.eu/2013/01/ondata-di-gelo-sugli-usa-occidentali-temperature-sottozero-sino-alle-coste-minima-di-appena-3c-a-los-angeles/176928/
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