Fallo di rigore di Marco Materazzi. Pera di Zlatan Ibrahimovic sotto la loro Curva che non ha il coraggio manco di fischiare. L’aver distrutto lo stesso Materazzi vale quanto il due a zero che non arriva neanche buttando il pallone in porta con le mani!
Il paradiso esiste. Finiamo cosi? Ma no. C’è tanto da dire e tanto da fare dopo questa partita. Soprattutto dopo che il loro incubo peggiore si era materializzato prestino sulla tabella di marcia, lasciando a noi tifosi coi fantasmi del derby con pera di Ronaldo nel primo tempo per quasi un’intera partita.
Una sofferenza assurda tant’è che io son ridotta uno straccio. Manco Nadal me fa sto effetto: sistema nervoso andato a farsi benedire, 27770 mesi di vita perduti, il terrore che mio nipote – presente per la prima volta ad un derby: amore di Zia lui! - nasca coi nervi a fior di pelle e le corna – si spera del Diavolo e non di un torello qualunque! – e la squadra che ha rinculato una volta esaurite le idee in attacco.
Ora torno reporter e metto da parte per una sera l’euforia che ci sta tutta perchè questa, per noi, non è e non sarà mai una partita come le altre. Soprattutto dopo il triplette nerazzurro di una stagione fa e l’umiliazione subita negli ultimi due Derby a tutti i livelli: gioco, reti subite, etc. La mia paura è che l’energia e il fuoco che una serata come questa inevitabilmente accendono siano sperperati e traditi dai soliti noti. Quando sei stato preso troppe volte per il culo poi lasciarsi andare è difficile. E allora per stasera beviamo tutti come delle spugne. Poi da domani torniamo a fare i seri e a vivere match dopo match. Perchè la grama verità è che si sono raccolti tre punti appena. Questo è il valore numerico del posticipo della 12esima giornata di Serie A. Invece, dal punto di vista emotivo, vale ben più. Consapevolezza, convinzione, sicurezza, una conferma per il coraggio di Allegri che ha avuto il coraggio di togliere per tre partite consecutive due passeggiatori su tre. Uno di questi, il migliore di tutti i tempi, addirittura è scomparso dal radar.
La capolista si comporta da capolista e mantiene le distanze. Ha l’umiltà di riconoscere i suoi limiti e di lavorare a testa bassa contro un avversario non al meglio ma furbo, subdolo e capace di cambiare in corsa le partite. Il Milan fa suo il derby per 1-0 grazie a un rigore di Ibrahimovic al 5′. I rossoneri, rimasti in dieci dal 60′ per l’espulsione di Abate, volano in vetta alla classifica e si portano a +6 sull’Inter. La squadra di Benitez non perdeva tra le mura amiche da 46 gare e aveva vinto tutti gli ultimi cinque derby casalinghi. Lodevole presenza di Usain Bolt, addobbato come un tifoso delle merde, a portare rogna alla quarta squadra di Milano {prima ce stanno Milan, Primavera del Milan e Olimpia Milano Basketball}.
Rafa Benitez non ha a disposizione Maicon, Samuel, Muntari, Mariga e Thiago Motta. Lo spagnolo opta così per un 4-3-1-2 con Sneijder a supporto di Eto’o e Milito, mentre in cabina di regia va Stankovic con il giovanissimo Obi e il veterano Zanetti ai suoi fianchi. In difesa nuova bocciatura per Santon (che però va in Nazionale), con Cordoba e Chivu terzini e Materazzi in mezzo. Julio Cesar non viene rischiato, tra i pali va ancora Castellazzi. Massimiliano Allegri ha fuori “soltanto” Oddo, Pato e Inzaghi, ma anche Pirlo non è al massimo e così va in panchina. Confermato il 4-3-1-2 con la mediana pesante, ma il bocciato è Boateng, al posto del quale gioca Flamini. Seedorf va sulla trequarti dietro a Robinho e Ibrahimovic, mentre Ronaldinho va in panchina per la terza volta di fila.
Al 3′ Abate va via sulla destra e mette un bel cross in mezzo, colpo di testa di Seedorf da buona posizione, palla sopra la traversa. Al 4′ comincia lo show del MOST VALUABLE PLAYER di questo Derby. La stupenda Tania di Svezia, o Principessa, si invola in campo aperto, arrivato in area frena e viene steso da Materazzi, Tagliavento decreta il penalty. E’ lo stesso svedese a trasformare realizzando il suo sesto gol in campionato, il secondo consecutivo su rigore.
Al 13′ Ibrahimovic cerca Flamini in area, provvidenziale il recupero di Cordoba che impedisce al francese di calciare in porta a colpo sicuro. Al 17′ magia di Ibrahimovic che arresta al volo, salta in sombrero Lucio e mette Seedorf davanti alla porta vuota, recupera Materazzi che salva. Al 20′ ancora Ibra protagonista, che sfiora un gol capolavoro: lo svedese calcia al volo di destro dal vertice destro dell’area piccola, palla di poco alta: Marco, ingelosito, ha sbuffato su quel pallone.
Progressivamente e dopo l’infortunio di Obi {One Kenobi!}, l’Inter di Rafa Benitez comincia a prendere metri di campo e Casper, assieme al trio spettrale di Zii, comincia ad infestare il manto verde del Meazza: se ci si spacca in due contro di loro possono essere cazzi acidissimi, si pensa tra una sudata e una bestemmia. Con il brasiliano, la formazione interista in campo passa al 4-3-3 e incomincia per la prima volta a far male in velocità.
Al 40′ si vede l’Inter con Sneijder che calcia una punizione dal vertice sinistro dell’area, palla di poco a lato sull’esterno della rete.
Scatta l’allarme rosso per via del doppio cartellino giallo che penzola sulla testa dell’out di destra rossonero: sia Gattuso che Abate sono in Via Busca al Numer Ciapel. Allegri, negli spogliatoi, fa prima e ne toglie uno per cominciare. Inserisce Pirlo, Benitez mette Pandev e passa al 4-2-3-1 di stampo mourinhano.
Nella ripresa, al 56′ ancora l’olandese merdazzurro su calcio piazzato, conclusione potente e tesa, Abbiati respinge di pugni.
Al 60′ le storie iniziano a farsi tese e Abate, dopo aver accusato dei problemi fisici alla schiena, ha la pessima idea di cedere alla provocazione di quello stronzo di Goran Pandev. Giallo per entrambi e rientro negli spogliatoi anticipato per l’esterno rossonero – sul filo di essere uno dei migliori in campo per tutta la serata. Il delirio si compie al 65esimo con Marco Materazzi che viene abbattuto dalla Tania rossonera. La Principessa lo colpisce in pieno con il suo tacco numero 47. Il centrale nerazzurro, in barella e con la faccia che comincia a gonfiarsi, lascia il campo di giuoco: destinazione chirurgo plastico. Ibra viene ammonito e Materazzi deve lasciare il campo a Biabiany, con Benitez che effettua così tutti i cambi per problemi fisici dei suoi e riporta Zanetti nel ruolo di terzino destro.
Al 68′ il Milan torna davanti con la possibilità di far cagare meno sotto i suoi tifosi, ma il diagonale rasoterra di Clarence Seedorf finisce di pochissimo a lato. Al 78′ Sneijder irrompe in area e calcia in diagonale di destro, la palla sfila sul fondo.
L’Inter attacca a testa bassa, ma non si rende pericolosa, il Milan si difende con ordine anche con l’inserimento in campo di Kevin Prince Boateng al posto di Clarence Seedorf. Inutile chiedersi come mai non si è raddoppiato o triplicato nel primo tempo. C’è un lavoro da portare al termine. Destino che sia stato cosi sofferto perchè la catarsi si raggiunge in questo modo. L’Inter palesa dei problemi di gioco e di decisione nei momenti chiave della partita: si dimostra ancora una volta di dipendere troppo da Eto’o, chiuso nella morsa Nesta-Thiago Silva, autori entrambi di una partita fantastica. E finisce per creare poco e nulla.
Dopo tre derby persi e in malo modo, il Diavolo si riprende Milano e conferma con un punto esclamativo degno del mio amico Cenzi (anzi ce ne metto tre: !!!) il primo posto in classifica.
SEGNA, SUBISCE IL FALLO E VA IN LUNETTA CON UN TIRO LIBERO…
SUPPLEMENTARE!!!