La quindicesima giornata di Serie A restituisce all’Inter il primato in classifica. Fondamentale l’ennesima vittoria di misura ottenuta contro il Genoa nell’anticipo del sabato sera. In rete un super Ljajic, per Mauro Icardi solo panchina.
Impasse Icardi
Normalmente il calcio vive di risultati, lo si sa. Una sconfitta scatena una bufera, una vittoria porta dritti in paradiso. Tutto poco razionale, ma è così che funziona solitamente. Al termine della quindicesima giornata, complice una rovinosa ed inaspettata caduta del Napoli in quel di Bologna, l’Inter può registrare il primato solitario in classifica. Un primato cui si accompagna una situazione, interna, tutt’altro che pacifica o serena. Le problematiche di questa capolista “sui generis” sono note a tutti. Una qualità nel gioco che è rimasta nella sua fase più embrionale, un’Inter farraginosa, macchinosa, brutta. Una squadra che, stante la tipologia dei giocatori, non può chiaramente ambire al calcio totale espresso dal Milan di stampo Sacchiano, ma che qualcosa in più potrebbe e dovrebbe certamente far vedere. Pagano le conseguenze della situazione gli attaccanti, in particolar modo Mauro Icardi, allo stato attuale niente più che un diamante grezzo. Le capacità e le qualità di questo giocatore sono note, basti pensare ai 22 goal con cui, nel campionato passato, si è laureato capocannoniere della Serie A. Il problema, per Mancini, è disegnare una manovra corale in cui Maurito possa esprimersi al meglio. Le sofferenze del 9 argentino, vuoi o non vuoi, si ripercuotono enormemente sullo score interista; basti pensare che in questa stagione solo 4 sono stati i goal di Icardi, di cui 2 assolutamente ininfluenti ai fini del risultato (1-4 contro la Fiorentina, 4-0 contro il Frosinone). Il lavoro della prima punta, in quest’Inter difensivista, non è semplice. Dalla tre quarti in poi, infatti, è un assolo slavo: in particolar modo Jovetic e Liajic tendono (per loro naturale indole) ad accentrar ed individualizzare il gioco, estromettendo ed emarginando, di fatto, la prima punta.
L’exploit di Ljajic
Nell’attesa di Icardi, l’Inter si coccolo il suo nuovo campione: Adem Ljajic. Il talento serbo ha rilasciato pesanti dichiarazioni nel post partita di Inter-Genoa, affermando: “Spero la Roma si stia mangiando le mani adesso”. La perfetta cornice che inquadra il momento magico del serbo. Un giocatore dalle qualità eccellenti, dotato di una tecnica sopraffina, buon tiro e dribbling. Adem è giocatore di forte personalità; temperamento che, nel bene e nel male, ha contraddistinto la sua carriera sin ora. Ferme le sue capacità, fino ad oggi il carattere ha costituito il tallone d’achille di questo campione; nelle precedenti esperienze, pur non sfigurando, è mancata la continuità. Carenza tanto più importante se si ambisce a divenire top player. Partito nell’ombra anche nell’Inter, Ljajic, partita dopo partita, ha gradatamente assunto un ruolo sempre più importante all’interno della complessiva manovra. I suoi 2 goal (fondamentale quello contro il Genoa) e 3 assist rappresentano un biglietto da visita niente male, che lo candida di diritto a protagonista dell’annata neroazzurra. Il percorso è tuttavia ancora molto lungo, ” Ora et labora, Adem!”
In conclusione, bisognerebbe privilegiare la concretezza a scapito del bel gioco oppure preferire la bella prestazione? In altre parole, Icardi si o Icardi no? Vi è da dire che, da un lato, una squadra ambiziosa quale l’Inter non può dipendere dalla vena realizzativa di un singolo, chicchessia; d’altro canto non è lontanamente immaginabile relegare Icardi all’ingrato ruolo di giocatore di lusso. Occorre, al contrario, valorizzare al massimo le abnormi potenzialità di questo giovane prodigio. Al Mancio, dunque, l’ardua sfida di elaborare una formula che riesca a sintetizzare, al servizio della squadra, le incantevoli ed importanti individualità di cui l’Inter dispone.
Tutta la gioia di #Ljajic dopo il suo meraviglioso gol su punizione! Vai Adem! #InterGenoa pic.twitter.com/YZ2drMSSql
— F.C. Internazionale (@Inter) 5 Dicembre 2015
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